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Razzismo sul campo di un top club: banane ai calciatori di colore

In una coda di stagione resa velenosa da molte polemiche un po’ ovunque, c’è un episodio avvenuto su un campo di calco davvero pesante  

Quanto è accaduto nel corso dell’ultima giornata di campionato in Bulgaria si presta a molte interpretazioni e moltissimi convinti.

Ma forse è meglio stare sulla cronaca, e sulla notizia riportandola così com’è stata confermata da testimoni e notizie verificate.

Vergogna e razzismo: banane in campo

Prima della partita contro il Botev Plovdiv, match inserito nel calendario dei playoff della Parva Liga, il campionato di Bulgaria, un gruppo di tifosi organizzati del CSKA Sofia ha lanciato numerose banane in campo, indirizzate ad alcuni giocatori di colore del club. Una protesta vergognosa rivolta al brasiliano Geferson, al francese Bai, all’ecuadoregno Caicedo, al ghanese Charles – tra gli altri. Ma tutto il gruppo di giocatori, anche quello di atleti nati in Bulgaria, è rimasto sconvolto. Una protesta determinata da un campionato deludente e dalla sconfitta nella finale di coppa contro il Levski.

Conseguenze gravi

Eliminato dai playoff del campionato bulgaro, il CSKA Sofia è stato pesantemente contestato dai suoi tifosi fino al termine della stagione che vede l’ex squadra dell’esercito qualificata per la Conference League. Il titolo è andato al Ludogoretsk.

Striscioni, cori anche molto pesanti. Ma il lancio delle banane in campo è stata una delle cose più disgustose viste quest’anno su un campo di calcio. L’episodio ha avuto un enorme risalto sul web raccogliendo commenti pesantissimi. La UEFA, che da tempo ha avviato una intensissima campagna contro il razzismo e per l’integrazione, ha aperto un’inchiesta che potrebbe portare gravi conseguenze al club che rischia l’esclusione dalle prossime competizioni europee.

Alan Pardew, si è dimesso dopo gli episodi di razzismo di Sofia (Foto ANSA)

C’è stata però anche una conseguenza diretta e immediata. Alan Pardew, il primo allenatore inglese nella storia del club dopo avere ricoperto il ruolo di direttore generale fin dal 2020, chiamato in panchina dopo l’esonero di Mladenov, si è dimesso : “Non posso assolutamente restare qui, quello che è accaduto è inaccettabile. Anche se si parla di pochi idioti senza cervello”.

Parole molto dure. Pardew, 60 anni, si è dimesso rinunciando a un rinnovo contrattuale già firmato insieme al suo vice Alex Dyer, anche lui di colore.

Mauro Marchina

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