Domani sera a Wembley l’Italia affronta l’Argentina per Finalissima 2022, un trofeo inedito che mette di fronte campioni d’Europa e sudamericani
Si chiama Finalissima. Non è una novità assoluta ma è il nuovo torneo che la FIFA ha avvallato, affidandone l’organizzazione a UEFA e ConMeBol per assegnare una sorta di titolo intercontinentale per rappresentative nazionali.
Di fronte l’Italia che non vinceva l’Europeo da 54 anni, e l’Argentina che ha riconquistato la Copa America, per la 15esima volta, battendo il Brasile sul campo dell’eterno nemico, 24 anni dopo il suo ultimo trofeo. Nell’anno dei Mondiali, mentre le squadre europee si stanno preparando alla Nations League, la Finalissima rappresenta un trofeo non inedito, ma del tutto rinnovato.
In passato la Francia aveva battuto l’Uruguay nel 1985, (2-0) a Parigi. E otto anni dopo l’Argentina vinse con la Danimarca ai rigori in casa a Mar del Plata. Due esperimenti che non ebbero seguito. Anche perché la FIFA decise di investire sulla Confederation Cup, il pre-Mondiale che dopo dieci edizioni è stato definitivamente abolito.
L’idea della FIFA sarebbe quello di giocare una sorta di Mundialito tra tutte le squadre che hanno vinto l’ultimo torneo continentale immediatamente prima del mondiale. In questo caso insieme a Italia e Argentina toccherebbe a Stati Uniti, Qatar, Senegal, Nuova Zelanda. Ma per ora l’idea resta un progetto. Un altro tentativo della federazione mondiale di rilanciare l’idea della Coppa del Mondo ogni due anni, che pure sta causando moltissime discussioni.
Si gioca a Wembley, tutto esaurito, biglietti bruciati in nemmeno una settimana già a marzo. Sarà l’ultima partita azzurra di Giorgio Chiellini, non ci saranno invece Kean e Zaniolo che hanno lasciato ieri Coverciano a causa di alcuni problemi fisici. Sirigu, infortunatosi in allenamento, resta in dubbio: Verratti e Jorginho ci sono ma hanno lavorato a parte.
Si gioca domani alle 20.45, arbitra il cileno Piero Maza. Quindici i precedenti tra Italia e argentina: le ultime tre partite, tutte amichevoli, sempre vinte dai sudamericani. L’ultima nel 2018 quando sulla panchina azzurra in attesa di Mancini c’era Di Biagio.
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