Splendida vittoria di Jan Hirt che conquista la durissima tappa del Mortirolo, Carapaz difende di soli tre secondi la maglia rosa del Giro d’Italia
Grande impresa del tedesco Jan Hirt che in una delle tappe più dure di questa edizione del Giro d’Italia, si è involato sulla salita di Santa Cristica, la terza e la più dura dopo quella del Mortirolo e del Crocedomini.
Restando sempre tra i primi, in una tappa caratterizzata da diversi attacchi con un paio di tentativi di fuga anche abbastanza importanti, Jan Hirt ha deciso di fare la differenza nel momento più importante andando a recuperare una lunga fuga di Lennard Kamna mentre alle sue spalle gli uomini di classifica cercavano di difendersi.
La tappa si gioca sulla durissima salita di Santa Cristina. Lennard Kamna, pochi secondi di ritardo sulla maglia rosa in classifica generale al momento della partenza, decide di scattare con decisione a circa 17 chilometri dall’arrivo. Una scelta perfetta perché nessuno sembra riuscire a seguirlo: e il tedesco riesce non solo a involarsi ma mette in conto anche la sua grande qualità di discesista verso il traguardo dell’Aprica, dopo la vetta di Santa Cristina (1448 metri).
Negli ultimi metri di salita però tutto cambia. Lamna rallenta e alle sue spalle dal gruppetto di inseguitori spunta il ceco Jan Hirt che strappa il traguardo di montagna, si isola e lascia che alle sue spalle tutti gli uomini di classifica si giochino le loro carte.
In quella che era la tappa del ritorno dopo la giornata di riposo, e dopo la grande impresa di Ciccone a Cogne, il Giro vede la classifica potrebbe uscire completamente stravolta. Quando Carapaz si rende conto che l’attacco di Kamna è davvero pericolosa per la sua leadership tenta la controffensiva. Tattiche diverse e individuali per tutti i protagonisti della classifica, ognuno a dare quello che può. Pozzovivo, caduto e incerottato regge in modo coraggiosissimo. Nibali fatica ma cerca di restare attaccato alla maglia rosa. Alla fine alle spalle di Hirt chi ci guadagna è Jay Hindley che riesce a bruciare nella volata per il terzo posto – alle spalle di Arensman – Carapaz che perde altro terreno.
Carapaz resta in rosa ma con 3” di vantaggio su Hindley, un nulla, 44” su Almeida che si è difeso molto bene, 59” su Landa e Nibali, quinto a 3.40”. Tanti applausi per lo Squalo che guadagna qualche posizione di classifica ma perde terreno rispetto alla maglia rosa.
Tre secondi che certo non possono bastare a Carapaz considerando la cronometro conclusiva e che costringeranno l’ecuadoregno a difendersi strenuamente e forse anche ad attaccare. A cominciare dalla tappa di domani.
La 17esima tappa la Ponte di Legno-Lavarone prevede 166 chilometri nervosissimi con discese insidiosissime e salite molto rigide. Il tutto in condizioni di tempo non facile perché le previsioni non sono buone. Tre GPM, Giovo (terza categoria, 615), Passo del Vetriolo (prima, 1383) e Monterovere (prima, 1261) con due traguardi volanti a Pergine Valsugana e Caldonazzo.
Si parte alle 12.30, arrivo previsto intorno alle 17.
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