Marc Marquez e Valentino Rossi in una immagine di conferenza stampa (Foto ANSA)
Alle prese con una stagione non facile tra diplopia e altri problemi fisici, Marc Marquez confida il suo vero punto di riferimento nel motomondiale
Hanno avuto i loro alti e bassi, anche qualche momento di tensione.
Celebre la polemica dopo una sportellata di troppo che mandò il Dottore su tutte le furie. Ma ora Marc Marquez confessa che il collega che ha sempre ammirato di più nel motomondiale è proprio Valentino Rossi.
“É un punto di riferimento, non solo per me ma credo per tutti quelli che fanno questo mestiere. Impossibile non ammirare quello che ha fatto in termine di risultati e di impegno. Non è una questione di titoli o di vittorie ma di quello che lasci” ha detto Marquez.
Il momento per Marquez non è facile. Il grave infortunio del 2020 al braccio non è ancora completamente superato. C’è stato il problema della diplopia che ha complicato sia la stagione dello scorso anno che quella attuale. E quest’anno non si può certo dire che la Honda si sia rivelata competitiva. Marquez tranquillizza tutti circa le sue condizioni: “Le cose vanno sempre meglio ma ogni mese devo sottopormi a un controllo. I miei medici controllano tutto, vista, occhio, retina. Devo stare costantemente sotto osservazione”.
Un problema che lo ha costretto anche a cambiare stile di guida: “A volte devo scegliere traiettorie che non sono così immediate o istintive per me. Ma mi sto adeguando. L’importante è essere veloci e nelle condizioni di correre”.
L’otto volte campione del mondo ha escluso che il suo rapporto con la Honda possa concludersi prima del tempo: “Continuerò a lavorare con la Honda, la mia prima motivazione è quella di lottare per il titolo, di tornare a vincere con questo marchio cui ho dedicato tutto me stesso. Vincere con altre scuderie non mi interessa”.
Quanto a Valentino Rossi, Marquez confida di essersi ispirato a lui: “Credo fosse inevitabile, quando sono arrivato nella MotoGP nel 2013 dovevo vedere i migliori, i più veloci. Lui era il migliore, il più esperto, aveva un’esperienza di dieci anni. Ho cominciato a seguire tutte le sue telemetrie. Valentino è anche un pilota molto generoso. Ha insegnato moltissimo a tanti piloti. La MotoGP gli deve gran parte del suo successo di questi ultimi anni. E du conseguenza anche noi piloti”.
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