É finalmente arrivato il momento dell’esordio stagionale per Marcell Jacobs che dopo i malore di Nairobi che l’ha costretto al ricovero prepara il ritorno in pista
Questa sera Marcell Jacobs sarà regolarmente al via del Meeting di Savona, sulla stessa pista dove lo scorso anno il velocista azzurro pose la prima pietra della sua impresa di Tokyo.
Un clamoroso record italiano che avrebbe poi limato ulteriormente andando a prendersi il doppio oro olimpico dei 100 metri e della staffetta maschile 4×100.
Jacobs a Savona
I programmi dovevano essere diversi. Tentare i 200 metri, fare un esperimento. Allargare il campo. Ma non è il momento di esagerare: “Correrò i 100 metri perché al momento è opportuno che stia concentrato sulle cose importanti – dice Jacobs – il ricovero è alle spalle. Ma sono stato male e le conseguenze le sto pagando ancora adesso”.
“Mio figlio è veloce e appassionato”
Jacobs non era mai stato in ospedale in vista sua. Se non per controlli di routine: “Il mio primo ricovero in assoluto. Sono sincero, è stata una esperienza umanamente importante perché ho trovato grande affetto, solidarietà e una splendida competenza. Quando si sono resi conto che a farmi stare male era un virus mi hanno trasferito nell’unica camera libera che avevano. Era nel reparto pediatrico, in un lettino. Ma mi hanno coccolato”.
Febbre a 40° e dissenteria: “Ho avuto un problema muscolare al bicipite sinistro, inizialmente sembrava un crampo. Forse era uno spasmo causato dalla disidratazione di quel momento. Il mio corpo era letteralmente sotto shock. Ma ora qui a Savona c’è anche il mio fisioterapista, anche lui messo KO dal virus e ricoverato. E lui mi rimetterà in sesto”.
Oggi nel frattempo esce “Flash, la mia storia”, l’autobiografia che Jacobs ha scritto a quattro mani con Marco Ventura. Molti dettagli della vita e dell’esperienza personale di Jacobs, dagli esordi in pista al trionfo di Tokyo con molti aneddoti interessanti. L’ultimo riguarda il figlio Jeremy che sta facendo il suo esordio in atletica allenato dal suo primo tecnico, Adriano Bertazzi: “É veloce e appassionato – dice Jacobs – ma quello che spero è che si diverta e che correre gli piaccia tanto quanto è sempre piaciuto a me”.