La tappa di Jesi del Giro d’Italia passa alla storia per una vittoria davvero incredibile da parte dell’eritreo Girmay, capace di vincere dopo un errore clamoroso
Biniam Girmay è un personaggio da film. Ha 22 anni, è nato in all’Asmara – in Eritrea – ma vive da anni lontano dal suo paese. Ed è il primo ciclista professionista del suo paese capace di imporsi in una tappa di un grande giro.
Non è una novità assoluta perché Girmay aveva già vinto quest’anno alla Gent-Wevelgem conquistando l’appellativo di “africano volante”. Perché i ciclisti africani non mancano: ma quelli vincenti sono stati pochi, e mai in corse di grande rilievo.
La decima tappa
Nella decima tappa, dedicata al ricordo di Michele Scarponi e che per la settima giornata di fila vede Juan Pedro Lopez confermarsi in maglia rosa, Girmay è protagonista di una tappa che ha dell’incredibile.
Giro Italia, chi è Girmay
A poche centinaia di metri dal traguardo, su una deviazione molto evidente, l’eritreo sbaglia clamorosamente strada perdendo le prime posizioni e ripartendo da dietro. La sua è una lunghissima ed estenuante rincorsa fino alla prima posizione con una volata atipica, interminabille. Girmay la domina tenendosi alle spalle Van der Poel che all’arrivo si arrende, alza il pollice per complimentarsi e all’arrivo lo abbraccia…
Una moglie, una figlia piccola, una vita italiana: è arrivato giovanissimo a Lucca e ora si allena in Romagna vivendo a San Marino: “É la mia prima tappa di un grande giro e sono felicissimo, per me è una vittoria storica che ricorderò tutta la vita. Ma spero che sia un segnale per tutti i ciclisti africani che sono tanti, e appassionati e spero possano trovare la loro strada”.
Quell’errore al bivio poteva costargli caro: “Un errore di distrazione, ero così concentrato su quello che avrei dovuto fare che mi sono confuso, ma sono stato bravo a riprendermi e a infilarmi alle spalle dei compagni che mi hanno lanciato in modo perfetto”.
Van der Poel è il primo dei suoi estimatori: “Ha un fisico incredibile e sulle volate lunghe non ha rivali, oggi era impossibile batterlo – dice l’olandese, secondo al traguardo – ha fatto un piccolo capolavoro e merita attenzione e grande rispetto.