Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus (AnsaFoto)
Esonero Allegri, momento caldissimo in casa Juventus: la decisione. La sconfitta contro l’Inter ha lasciato l’amaro in bocca
Dopo aver perso la Supercoppa italiana a gennaio è arrivato anche il k.o. in Coppa Italia. I nerazzurri hanno piegato ‘La Vecchia Signora’ ai supplementari innescando riflessioni all’interno della società.
Non è stata una serata facile quella trascorsa da Max Allegri sulla panchina juventina dell’Olimpico. Dal 1965 le due big italiane non si affrontavano nell’ultimo atto della coppa nazionale e all’epoca a prevalere (come nell’altro precedente del 1959) fu la Juventus di Heriberto Herrera (solo omonimo del “Mago”). Questa volta lo scherzetto ai bianconeri non è riuscito e a portare a casa il trofeo sono stati i ragazzi di Inzaghi, come a San Siro, sempre ai tempi supplementari. Sfida al cardiopalmo nei primi 90′, con un primo tempo appannaggio dell’Inter e un avvio di ripresa tutto di marca juventina. Prima un tocco di Morata su tiro di Alex Sandro, poi Vlahovic, avevano ribaltato lo svantaggio iniziala targato Barella. A complicare le cose per il tecnico livornese ci ha pensato Bonucci, con un ingenuo fallo da rigore su Lautaro. Proprio in quella circostanza si sono accesi gli animi tra le due panchine. Allegri ha accusato Farris, vice di Simone Inzaghi, di avergli dato “una pedata” e ne è nato un parapiglia. Alla fine Valeri è stato costretto a cacciare l’allenatore bianconero dopo averlo inizialmente ammonito.
Un nervosismo che non ha abbandonato la squadra in campo, caduta sotto i colpi di Perisic nei supplementari e costretta ad arrendersi al 4-2 finale. Proprio gli animi esagitati non sono piaciuti molto ai vertici societari juventini, che da tempo mantengono dei dubbi sul futuro con Allegri. Il lauto contratto che gli è stato fatto firmare dal presidente Agnelli tiene “La Vecchia Signora” sotto scacco, almeno per l’anno prossimo, ma valutazioni approfondite sono in corso anche in queste ore. La rosa non era di certo la più completa della Serie A di questa stagione, ma dopo l’arrivo di Vlahovic qualcosa in più era lecito attenderselo. Proprio il rapporto con il centravanti serbo è uno dei principali capi di imputazione per il coach toscano. A Torino sognano di potersi affidare a Zidane, sempre libero e lontano dalle mire del Psg. Il problema è però trovare un’intesa di buonuscita con Max, forte di altri tre anni di contratto (considerando l’opzione per l’ultimo). A breve potrebbe esserci una clamorosa decisione. Lazio e Fiorentina non sono più gare così scontate.
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