Lo avevano soprannominato “The Big Dobber”, un uomo di grande autorevolezza dentro e fuori dal campo, Hall of Famer NBA
Bob Lanier è stato un personaggio straordinariamente rappresentativo per il mondo del basket. Aveva condiviso la scena con Kareem Abdul Jabbar, con Wilt Chamerlain, con Larry Bird.
Un uomo imponente ma straordinariamente agile e con un carattere mite e accomodante, che si faceva ruvidissimo solo sotto le plance “quando i suoi gomiti provocavano molto più dolore di quelli degli altri….” ricorda Jabbar.
Bob Lanier era stato soprannominato “The Big Dobber”, un nickname difficilmente traducibile nella nostra lingua. Il Dobber è quello che prende sottobraccio il giovane della squadra, che lo consiglia. Che lo riprende in silenzio se ha fatto qualcosa di sbagliato. In ogni gruppo di lavoro c’è un Dobber: un capomastro, un nostromo, un caporedattore. Lanier, quindici di professionismo di altissimo livello ha attraversato la NBA in molti ruoli: giocatore, tecnico, scout e infine ambasciatore del campionato. Un ruolo che ha ricoperto negli ultimi trent’anni presenziando a partite, camp, draft ed eventi internazionali.
Bob Lanier è morto a 73 anni dopo una breve malattia. A ricordarlo il commissioner della NBA David Stern in persona: “Ha degnamente rappresentato l’NBA nel mondo per oltre trent’anni portando ovunque i nostri valori e il nostro progetto”.
Entrando in NBA prima scelta assoluta del draft de 1970 dopo la laurea a St. Bonaventure, ha giocato per 14 anni in NBA con Detroit Pistons e dei Milwaukee Bucks, due finali di conference – perse entrambe – registrando una doppia doppia media di carriera, 20 punti e 10 rimbalzi in quasi 1.000 partite disputate. Non ha mai vinto l’anello: ma è stato otto volte titolare dell’All-Star Game. Un personaggio da romanzo: fumava moltissimo, a volte anche negli intervalli della partita. Amava il cinema, il suo sogno era fare l’attore e in qualche caso ha anche recitato: era stato protagonista del cult movie “The Fish that saved Pittsburgh”.
Lanier amava molto l’Italia anche se qui da noi non aveva mai giocato. Era venuto in Italia in vacanza, molto spesso. Kareem Abdul Jabbar lo aveva citato nel film “L’aereo più pazzo del mondo…”. Quando da secondo pilota affronta un ragazzino che gli arriva in cabina lamentandosi delle sue giocate: “Dì a tuo padre di venirsi a prendere i colpi al posto mio quando giocano Bill Walton e Lanier per 48’…”Anche se la traduzione italiana tagliò il testo originale.
Sua figlia Khalia, avuta quando ormai aveva 50 anni, vive in Italia: gioca opposto in nel campionato di pallavolo di A1 femminile, nel Volley Bergamo.
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