Scompare un ex vicecampione del mondo di Formula 1 una delle prime leggende del mondo Ferrari
In Inghilterra Lo avevano soprannominato “il cavadenti”. Un po’ per il suo stile aggressivo di guida. Ma soprattutto perché era un dentista laureato che aveva messo da parte la sua carriera di medico per correre.
E da pilota Tony Brooks, che i tifosi italiani avevano soprannominato in modo un po’ più affettuoso “il dentista volante”, in una Formula 1 agli albori aveva rappresentato un valore importante.
Formula 1 e Ferrari, chi era Tony Brooks
Brooks, era nato a Dukinfield – nel Cheshire – in una famiglia di grandi sportivi che includeva anche un paio di personaggi olimpici. La sua passione per i motori nacque al liceo: le prime vittorie con la piccola Healey, poi il passaggio alla Formula 2, con la Connaught e infine il suo esordio in Formula 1. Era il 1955. Prima gara e prima vittoria, al gran premio di Syracuse. Fu il primo inglese a vincere in Formula 1 con un’auto interamente inglese.
Il mito Ferrari nel sangue
Il padre, un apprezzato dentista, aveva accolto con preoccupazione e un certo fastidio la passione del figlio Tony per i bolidi. Ma alla fine aveva accettato di farlo correre dandogli ‘tre anni di tempo per diventare qualcuno’. E solo se nel frattempo avesse completato gli studi di odontoiatria. Brooks in due anni firmò il suo contratto con la Ferrari per proseguire i suoi studi.
Enzo Ferrari in persona lo volle sotto contratto, ispirato dal suo stile di guida asciutto, aggressivo e temerario. Era una generazione di pionieri, di grandi piloti. E chi si metteva alla guida era decisivo nello sviluppo di macchine nelle quali il coraggio contava quasi tutti, se non tutto. Nell’epoca di Fangio, Ascari, Fagioli, Tony Brooks fu uno dei più grandi piloti britannici insieme a Brabham e a Moss conquistando sei vittorie e un secondo posto nel mondiale della 1959 proprio con la Ferrari. Stirling Moss, pilota leggendario, lo considerava persino migliore di lui.
Nonostante alcuni incidenti devastanti: il peggiore fu a Le Mans, quando Brooks non si fece scrupoli a partire con un’auto già incidentata e con tanti problemi meccanici. Uscì di strada e fu tirato fuori dalla macchina vivo per miracolo: “Non mi sono ammazzato per un nulla – disse all’epoca – ed è l’ultima volta che salgo su una macchina che non dà alcuna garanzia… Mi sono bucato una coscia…” una cicatrice che porterà tutta la vita ricordando spesso questo episodio.
Brooks, una figlia che vive a Siracusa ed è sposato con un siciliano, era molto legato al nostro paese, dove tornava spesso: “La Ferrari non è una macchina – disse – è LA macchina…”
Aveva 90 anni, l’ultimo highlander di una Formula 1 agli albori, fatta per piloti temerari. C’è una targa che ricorda le sue imprese pionieristiche nel paese di Dukinfield, a Park Lane, dove è stato nominato ‘celebrità per eccellenza’ .