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Tennis

“C’è una cosa nella quale devo migliorare”, Carlos Alcaraz fa il modesto

É il tennista di cui parlano tutti, il personaggio del momento, ma Carlos Alcaraz continua a lavorare sul campo e ha anche scoperto un aspetto nel quale ha un ampio margine di miglioramento

É un bel personaggio Carlos Alcaraz. Un ragazzo giovane, aitante e carino – cosa che non guasta sui social – forse appena un po’ troppo concentrato sul gioco.

Carlos Alcaras, al momento numero #9 della classifica ATP (Foto ANSA)

In un momento in cui qualsiasi disciplina sportiva è molto altro e si veicola anche sul web, in tv e di fronte ai media.

Carlos Alcaraz, il nuovo mito incombe

Un pubblico insaziabile quello del tennis. In particolare quello femminile che costituisce una fetta importantissima del mercato. Un pubblico che Nadal, Federer e Djokovic hanno conquistato puntando a segmenti diversi e in modi differenti. Ma che li ha resi tre sportivi tra i più popolari e ricchi di sempre. Alcaraz, in questo è ancora un po’ acerbo.

“Sono ancora poco social…”

Ed è proprio lo stesso tennista spagnolo, da poco entrato nella Top 10 ATP a parlarne in modo molto aperto e franco nel corso di un’intervista rilasciata a un sito ‘social’ molto popolare in Spagna.

Alcaraz è un gran lavoratore. A 18 anni ha la maturità di un veterano: “Allenarsi mi piace, il lavoro non mi spaventa, la fatica non è un problema – dice il 18enne – il mio allenatore (l’ex campione di Francia del 2003 e numero #1 del mondo Juan Carlos Ferrero n.d.r.) mi sta insegnando molti aspetti della gestione di me, sia in campo che fuori. Ma ci sono molti aspetti nei quali devo ancora crescere tanto”.

Alcaraz riconosce che l’aspetto mediatico lo vede un po’ in difficoltà: “Devo migliorare con l’inglese. Devo migliorare, e molto, nel modo in cui dovrò gestire gli aspetti più sociali del gioco. Al momento io non mi considero nemmeno famoso, quando mi riconoscono o mi chiedono una foto o un autografo mi stupisco sempre un po’. Cerco di prendere le cose con molta calma”.

(Foto ANSA)

A Barcellona il quarto trofeo

L’ultimo è stato il trionfo di Barcellona. Ma la sua vita era cambiata completamente già da prima: “In poco più di un anno è cambiato tutto, Ferrero mi ha dato ordine e organizzazione là dove ero una persona del tutto improvvisata. E i risultati sono stati immediati. Ora si tratta di individuare tutti i margini di miglioramento che ho, e che sono tanti, e affrontarli”.

Alcaraz sta cominciando a mettere da parte un gruzzolo discreto. Due milioni e mezzo di dollari solo da gennaio a oggi. Un montepremi in carriera che sfiora i cinque milioni di dollari: “Ai soldi ci pensano i miei genitori. Se voglio comprarmi un set da golf, sport che amo moltissimo, posso farlo. Ma se voglio cambiare macchina chiedo a loro. Mio padre è molto rigido e severo. Mia madre meno. Continuano a farmi raccomandazioni… ‘stai attento, non tornare tardi, vai piano’. Ormai vivo undici mesi all’anno lontano. Ma quando torno a casa torno sempre dai miei genitori…”

Come un 18enne (quasi) qualunque. Alcaraz ieri sera ha completato con successo il suo esordio a Madrid battendo il georgiano Basilashvili 6-3 7-6. Affronterà il vincente della sfida tra Isner e Norrie.

Mauro Marchina

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