“Sarebbe morto”, Stefano Tacconi, la rivelazione fa tremare i tifosi. L’ex portiere bianconero è ricoverato in gravi condizioni in terapia intensiva presso l’ospedale di Alessandria
La straordinaria forza caratteriale e la fibra di acciaio sono le armi che stanno consentendo a Stefano Tacconi di rimanere aggrappato alla vita. Più delle preziosissime cure e delle amorevoli attenzioni che l’ex portiere della Juventus sta ricevendo presso l’ospedale di Alessandria, dov’è ricoverato da una decina giorni a causa della gravissima emorragia cerebrale da cui è stato colpito.
Tacconi è assistito 24 ore su 24 da un’equipe medica di altissimo livello che ne sta monitorando ogni minima reazione. Insieme a lui, ovviamente, l’amatissimo figlio Andrea che non lo lascia solo un attimo.
Sono dunque trascorsi dieci giorni da quel drammatico pomeriggio in cui l’ex numero uno bianconero si è accasciato improvvisamente a terra, fulminato dall’aneurisma al cervello. Le sue condizioni, anche grazie alle terapie e ai frequenti controlli a cui Tacconi è sottoposto, sono in leggero miglioramento.
Purtroppo però è ancora troppo presto per sciogliere definitivamente la prognosi, Bisogna avere tanta pazienza e sperare che da qui ai prossimi giorni non si presentino nuove complicanze. E’ questo l’attuale quadro clinico, spiegato ancora meglio dal dottor Barbanera, direttore del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Alessandria.
Il dottor Barbanera, considerato nell’ambiente un lumionare della neurochirurgia, ha chiarito alcuni aspetti fondamentali del decorso della problematica accusata da Stefano Tacconi: “Fino a due settimane dall’aneurisma sono possibili ischemiee temporanee. Perciò è ancora in Rianimazione, fa esami quotidiani, è sotto trattamento farmacologico per evitare che il vasospasmo possa provocare danni“.
In sintesi, bisogna mantenere i piedi ben piantati a terra in attesa dell’evoluzione del quadro clinico dei prossimi giorni. Massima prudenza, dunque, ma il dottor Barbanera invita comunque a mantenere un cauto ottimismo: “Le TAC che ha fatto finora sono negative ed è questo un gran bel segnale. Certo, finora il decorso è stato positivo.
“Però la Tac – prosegue Barbanera – non fa vedere danni gravi o non reversibili, bisogna aspettare che si risvegli. Per Tacconi è stato comunque fondamentale l’intervento tempestivo dei soccorsi. Fosse successo nella notte, sarebbe morto“. Che sia anche questo un segno del destino?
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