“Tanti giocatori omosessuali”, l’ex campione della Juventus: rivelazione shock. Un grande giocatore italiano squarcia il velo su un tema considerato tabu nel mondo del calcio
E’ un tema, l’omosessualità, che nel mondo del calcio da sempre è considerato un tabu. Diversamente da altre discipline sportive dove è invece discusso e dibattuto con discreta disinvoltura. Ogni tanto nel corso degli ultimi anni qualcuno ha cercato di affrontare pubblicamente la questione, cercando di infrangere il muro di omertà che però continua pervicamente a resistere.
A tal proposito, poche ore fa, un ex grande giocatore italiano, un’icona del nostro calcio, si è espresso sull’argomento con una chiarezza disarmante. E ha rivelato dettagli e retroscena del passato destinati a far discutere a lungo.
Stiamo parlando di Antonio Cabrini, 64 anni, leggendario terzino sinistro della Juventus e della Nazionale campione del Mondo ai mondiali di Spagna del 1982. Nel corso di un dibattito pubblico sul tema dell’omosessualità nel mondo dello sport, Cabrini ha espresso la sua opinione senza peli sulla lingua eaffondando il dito nella piaga.
“L’omosessualità nel mondo del calcio maschile è ancora un tabù. L’ignoranza dei tifosi, delle persone che sono sempre pronte a cercare qualcosa per denigrare un calciatore. Non si è ancora recepito questo messaggio, i tifosi non riescono ancora ad arrivare ad un messaggio inclusivo che in altri sport è già arrivato“.
Cabrini ha spiegato poi le ragioni che spingono i suoi colleghi, vecchi e nuovi, a non rendere pubblico il proprio orientamento sessuale: “Fare coming out per un calciatore comporterebbe grandi problematiche, non personali, ma di rapporti con il pubblico e gli sponsor. Ci vorrà ancora qualche anno prima di superare il problema, che colpisce tantissimi calciatori“.
Ma non finisce qui. L’ex campione della Juventus, che a suo tempo faceva strage di cuori tra il pubblico femminile, si è lasciato andare a una confessione clamorosa: “Ho avuto dei compagni di squadra che erano omosessuali. L’ho capito, non me l’avevano detto. All’interno dello spogliatoio non c’erano problemi. Erano i tifosi, le persone fuori, il problema. C’è anche una questione di sponsor, ma è il rapporto con i tifosi il problema principale“.
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