Mino Raiola non è morto: in quattro mesi è la seconda volta che succede. Il notissimo procuratore è ricoverato al San Raffaele
A gennaio la ‘Blid’ aveva gelato tutto il mondo del calcio. Mino Raiola è morto dopo aver lottato contro un brutto male. Non era vero, come non è vera la notizia che sta circolando ora in rete, ripresa da numerosi quotidiani e media. Il notissimo procuratore dei campioni sta male, ma si sta anche curando.
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In realtà le condizioni di salute del manager che in carriera ha seguito alcuni dei più grandi campioni, da Mario Balotelli a Paul Pogba, da Zlatan Ibrahimovic a Herling Haaland sono serie. E il procuratore, che nel 2020 era stato inserito da Forbes tra i più ricchi al mondi con un fatturato pari a 84,7 milioni, sta lottando.
Current health status for the ones wondering: pissed off second time in 4 months they kill me. Seem also able to ressuscitate.
— Mino Raiola (@MinoRaiola) April 28, 2022
E a stretto giro è arrivata anche la smentita di Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele (nonché presidente del Genoa): “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”.
Mino Raiola, il procuratore di tutti i campioni: da Nocera Inferiore a dominare il mondo
All’anagrafe è Carmine Raiola, ma per tutti diventava Mino. Da Nocera Inferiore dove era nato a novembre del 1967 già un anno dopo era in Olanda con la famiglia emigrata ad Haarlem per aprire un ristorante-pizzeria. Lì aveva cominciato a lavorare solo per dare una mano e qui qui era nata la leggenda che fosse stato pizzaiolo prima di diventare procuratore.
In realtà aveva studiato lingue (ne conosceva sette in tutto) e aveva capito come muoversi nel mondo del calcio professionistico. A 20 anni era già responsabile delle Giovanili nella squadra della sua città e da lì ha spiccato il volo con un occhio di riguardo per l’Italia. C’era in mezzo lui nel trasferimento di Dennis Bergkamp e Wim Jonk dall’Ajax all’Inter nella prima metà degli anni ’90.
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Poi diventò a tutti gli effetti agente Fifa e cominciò la sua scalata al fianco di campioni come Pavel Nedved e Zlatan Ibrahimovic. Successivamente sono arrivati Balotelli e Donnarumma, Haaland e de Ligt. Per loro era diventato fondamentale, per i club una tragedia perché le commissioni pagate a Raiola e più in generale oggi a tutti gli agenti stanno diventano una voce importante nei bilanci.