Calcio

“Spacciavo per vivere”, frasi shock di un ex giocatore della Juventus: tutti sconcertati

Hanno destato moltissimo scalpore le dichiarazioni di un ex giocatore della Juventus che in una trasmissione televisiva ha parlato dei suoi difficilissimi inizi

“Per sopravvivere spacciavo e chiedevo l’elemosina. Se andava bene vendevo televisori, che non sempre era chiaro di chi fossero. Ma era sopravvivenza”.

Tre stagioni e 53 partite alla Juventus per Patrice Evra (Foto ANSA)

Sono alcune delle dichiarazioni shoccanti di Patrice Evra, ex giocatore della Juventus e del Manchester United, che ha lasciato il calcio attivo ormai due anni fa.

Evra, ex Juventus

Evra, 40 anni, nato a Dakar in Senegal ma trasferitosi da bambino con la famiglia in Francia in uno dei sobborghi più poveri e violenti della banlieue parigini, a Les Ulis, ha raccontato episodi molto drammatici della sua vita di adolescente. Il perché è semplice: “Perché la mia speranza è quella che altri ragazzi non debbano passare quello che ho passato io, perché abbiano un futuro, perché sappiano di non essere soli e trovino intorno persone che sappiano ispirare in loro il meglio”. 

“L’Italia mi ha accolto”

Evrà ha raccontato di avere subito abusi sessuali da un suo insegnante a scuola, quando aveva solo 13 anni: “Quello è stato l’inizio del mio dramma – racconta l’ex giocatore alla BBC – ma quando mio padre se ne andò abbandonando la famiglia fu anche peggio. Non c’erano soldi, e mi arrangiavo con quello che c’era nel quartiere. Avevo un bel volto, ispiravo tenerezza, purtroppo non solo quella, come ho imparato a mie spese. C’erano tre cose che sapevo fare meglio di ogni altra a 13 anni oltre a giocare a calcio”.

E alla domanda della conduttrice Tamzin Outhwaite (“metti in ordine quelle che erano le tue priorità”), Evra ha risposto quasi sinceramente, gelando lo studio: “Spacciavo droga, chiedevo l’elemosina e vendevo televisori in un negozio. Ma una di queste è una bugia. A voi capire quali”.

Patrice Evra in una foto di repertorio del suo periodo alla Juventus (Foto ANSA)

Evra ha lasciato intendere di avere rischiato grossissimo prima di trovare la sua strada: “Mai venduto un televisore in vita mia. Quando ero fuori casa, di notte, e si cercava qualcosa da mangiare, qualsiasi cosa, per noi era normale mettersi fuori dal McDonald’s del quartiere quando svuotavano gli avanzi. Mangiavamo quelli”.  

Il calcio lo ha cambiato e salvato: “L’Italia mi ha accolto come un disperato e mi ha trattato come un eroe. Mi hanno dato una tuta da ginnastica, delle scarpe, da mangiare. Avevo due forchette e due coltelli ai lati del piatto. Ho chiamato mia madre e le ho detto… ‘mamma, questo è il paradiso’.

In Italia Evrà ha vestito la maglia di Marsala e Monza prima di arrivare alla  nel 2014, tre gol e 53 presenze in bianconero.

Oggi Evra è impegnato come testimonial dell’Unicef ed è molto attivo con programmi di sostegno per i giovanissimi dei sobborghi parigini: “Le gang sono un cancro, vorrei far capire loro che questa non è la scelta. Che c’è altro. C’è molto da fare per creare alternative autentiche. Lo sport è solo una delle tante”.

Mauro Marchina

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