“Non dovete invitarli”: Giovanni Malagò chiude le porte, decisione complicata. Il presidente del CONI gioca in contropiede
Chiamateli Internazionali d’Italia, oppure Masters 1000 di Roma la sostanza resta sempre la stessa. Da lunedì 2 maggio cominceranno le qualificazioni, dall’8 maggio i due tabellini principali. Ma qualcuno rischia di rimanere fuori.
Il dibattito sulla partecipazione o meno dei tennisti russi e bielorussi rimane aperto e oggi Giovanni Malagò parte in contropiede anche se la sua posizione è nota. Intervistato dal ‘Corriere della Sera’ ha spiegato perché qui loro non devono venire. “Da presidente del CONI e membro CIO, mi occupo di politica sportiva e non di politica. In Italia, ribadisco, rappresento il CIO. E l’Executive Board ha raccomandato a tutte le federazioni di non invitare atleti russi e bielorussi ai tornei e alle manifestazioni sportive”.
Tutto è nato quando la Russia ha violato la tregua olimpica durante le Paralimpiadi di Pechino, fatto gravissimo. E per questo quasi tutte le federazioni internazionali, tranne la FIBA per il basket, hanno già escluso la Russia dalle gare. Ma il tennis per ora no e comunque la decisione non spetta agli organizzatori.
Giovanni Malagò chiude le porte, decisione complicata: la palla passa al governo
Wimbledon ha già escluso tutti i tennisti russi e bielorussi dal torneo di luglio, ma può farlo perché organizzazione privata e invita chi vuole. Gli Internazionali d’Italia invece sono organizzati dalla Federtennis che per ora non si è pronunciata. Anche perché il rischio è quello di essere penalizzata da ATP e WTA a partire dal prossimo anno, con un declassamento dei tornei.
A levare tutti dall’imbarazzo comunque sarà il governo, al quale spetta la decisione finale. Come anticipa ‘Il Messaggero’ il governo Draghi vuole lanciare un messaggio forte e quindi sta valutando se bloccare i visti di ingresso nel nostro Paese anche per gli atleti in arrivo da quei due Paesi.
A quel punto non sarebbe più una decisione della Federtennis guidata da Angelo Binaghi, ma una imposizione dall’alto e gli organizzatori non potrebbero fare nulla. Il tempo però stringe perché tra una settimane i primi giocatori saranno in campo. E russi e bielorussi devono essere certi o meno di poter giocare.