Quarto titolo in carriera per il giovanissimo spagnolo che batte nella finale del torneo di Barcellona il connazionale Carreno Busta
Non lo hanno appesantito le quasi quattro ore di maratona nella semifinale, per avere ragione di Alex De Minaur – due match point annullati – giocate in mattinata.
Non lo hanno condizionato i titoli dei giornali spagnoli che oggi erano quasi tutti per lui, dopo il suo trionfale ingresso nella Top 10 del ranking ATP.
Carlos Alcaraz, 18 anni, che tradisce la sua giovane età solo nella passione per i videogames conquista il quarto trofeo della sua giovanissima carriera a Barcellona, di fronte a un pubblico in adorazione e contro un avversario che non lo mette davvero mai in difficoltà. Vittoria in due set e in poco più di un’ora di gioco, 6-3 6-2, su un Pablo Carreno Busta che si relega al ruolo di volenteroso sparring partner. E nulla più.
Alcaraz si dimostra più forte della fatica, delle interruzioni, di un maltempo che lo ha costretto a sospensioni, recuperi, doppi turni che potrebbero mettere comprensibilmente in difficoltà la sua consistenza emotiva. E invece, Alcaraz, entrato in modalità ‘play’, gioca con la solita consistenza di un consumato veterano senza commettere errori, concedendo poco o nulla al suo avversario e riducendo una finale di prestigio a poco più di un buon allenamento.
É vero. Anche Carreno Busta in mattinata aveva dovuto recuperare la semifinale con Schwartzmann a causa della pioggia, impiegando un’ora e mezza. Ma facendo in tempo a recuperare almeno un pochino. Alcaraz, poco più di tre ore dopo una gara massacrante, si presenta in campo come se fosse appena rientrato da una seduta di massaggi. Nel primo set strappa due servizi, vince i primi due game sul proprio servizio a zero e nell’unica occasione in cui Carreno Busta alza la voce si limita a bruciare cinque break point nel settimo game. Salvo poi dominare il resto del match. Andando a vincere sul servizio avversario: e chiudendolo a zero.
Già detto del decimo posto nel ranking assoluto ATP va aggiunto che i punti conquistati sulla terra rossa catalana gli consentono di salire al terzo posto nella race stagionale che decreterà i qualificati per i Masters alle spalle di Nadal (assente a Barcellona) e Tsitsipas (sconfitto nei quarti). Impressionante la sua solidità, la sua consistenza. Da quando è Pro quattro finali: tutte vinte. Per trovare un altro 18enne nella Top 10 bisogna scomodare nomi eccellenti: Nadal e Medvedev. O se preferite Borg, Agassi, Wilander, Becker…
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