Di fronte a una situazione gravissima come quella che si è venuta a creare al confine tra la Russia e l’Ucraina non mancano gli elementi di riflessione
Mentre in Ucraina si continuano a contare centinaia di vittime civili e si allunga l’elenco dei deceduti che facevano parte del mondo sportivo e olimpico della nazione, prosegue il dibattito che riguarda le grandi federazioni.
La domanda è se sia giusto o meno dare spazio a giocatori russi e bielorussi in eventi ufficiali. Gare che si svolgono contemporaneamente a quella che è un’azione di guerra senza precedenti che si sta trasformando in un autentico disastro umanitario.
Il caso più clamoroso degli ultimi giorni è quello che riguarda il torneo di tennis di Wimbledon. Gli organizzatori, infatti, hanno deciso di chiudere il torneo ai tennisti russi e bielorussi, sia nel tabellone maschile che femminile. Questo escluderebbe campioni di valore assoluto, come il numero 2 del tennis mondiale maschile Medvedev. O come la numero 4 del ranking da WTA Sabalenka. Ma anche questa decisione è stata criticata da voci autorevoli: da Novak Djokovic, per esempio, che l’ha definita “una follia”. Così come dalla tennista ucraina Svitolina che, direttamente chiamata in causa, ha chiesto l’esclusione solo degli sportivi che non abbiano mai preso le distanze dall’azione di guerra russa.
Quello che è accaduto invece al due volte campione olimpico russo Evgeni Rylov è completamente diverso. L’atleta, doppia medaglia d’oro nei 100 e 200 dorso di nuoto alle ultime Olimpiadi di Tokyo, non ha infatti perso occasione per sottolineare la grandezza dell’operazione di Putin e la sua ammirazione per il presidente russo. Dichiarazioni, peraltro, esternate non solo pubblicamente, ma a margine di alcuni eventi sportivi.
Per la verità Rylov non è il primo sportivo russo che ha deciso di schierarsi platealmente in una posizione ben lontana dalla pace e dalla tolleranza. Qualche tempo fa, infatti, Ivan Kuliak – un giovane ginnasta russo terzo nella gara delle parallele di Coppa del Mondo – aveva deciso di salire sul podio per la premiazione della sua gara con una Z disegnata sul petto. Quella stessa Z esibita dalle forze armate e dai carri armati che stanno invadendo l’Ucraina. Ma la medaglia non gli fu e non ci fu nessuna squalifica. Anche se da quel momento ginnasti russi e bielorussi non possono più partecipare ad alcuna competizione ginnica.
Rylov invece è stato squalificato: per nove mesi. Le motivazioni della sentenza sono state depositate ieri: “Dichiarazioni, comportamenti e atteggiamenti non in linea con i valori di etica, civiltà e convivenza che qualsiasi atleta è tenuto a rispettare all’interno del regolamento federale”.
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