– La decisione ufficiale degli organizzatori di Wimbledon di negare la partecipazione al torneo londinese a tennisti russi e bielorussi continua a scatenare polemiche
Il primo che aveva alzato lo scudo contro la decisione degli organizzatori di Wimbledon di negare l’accesso al torneo ai tennisti russi e bielorussi era stato Novak Djokovic.
Parole molto forti quelle del numero 1 del tennis mondiale che si era schierato contro la decisione. Non per una questione di carattere politico ma perché “lo sport è inclusione e non esclusione”.
Un parere sicuramente autorevole quello del tennista serbo, peraltro condivisibile. Anche se moltissimi fan, in particolare sulle sue pagine social, lo hanno criticato pesantemente. Dimenticando forse che Djokovic era stato proprio uno dei primi sportivi professionisti a definire “inaccettabile” le violenze russe in Ucraina ancora ai tempi del primo conflitto, quello del Donbass.
La decisione degli organizzatori di Wimbledon, di fatto, cancella sia dal tabellone maschile che da quello femminile un gran numero di protagonisti assoluti. A cominciare dal numero 2 dell’ATP Daniil Medvedev, per non parlare di Rublev, Khachanovc, Karatsev. Impatto fortissimo anche per il tabellone femminile con l’assenza scontata di Sabalenka, numero 4 del mondo. Ma anche di Pavlyuchenkova, numero 15, ma anche della bielorussa Azarenka, numero 18.
Indipendentemente dalla valenza del gesto, dettata soprattutto dalla volontà di proseguire nelle sanzioni internazionali nei confronti della Russia e della sua politica aggressiva, per il torneo di Wimbledon si tratta di una iniziativa grave: più unica che rara.
Nel frattempo però, la WTA ha rilasciato una nota ufficiale nella quale si dichiara contraria all’esclusione dei tennisti russi e bielorussi dal torneo londinese. Pur mantenendo una condanna ferma nei confronti dell’invasione in Ucraina da parte dell’esercito russo.
“Un principio fondamentale della WTA è che i singoli atleti possano partecipare ad eventi di tennis professionistico in base al merito e dunque senza alcuna forma di discriminazione” si legge nel comunicato ufficiale diffuso dalla federazione internazionale.
Anche la tennista ucraina Elina Svitolina ha voluto far conoscere il proprio parere a riguardo: “Si tratta di sottoporre tutti gli atleti russi e bielorussi una semplice domanda, se sono contrari alla guerra e ai regimi dei loro paesi. E in base alla loro risposta consentire loro di partecipare o meno ai tornei – ha detto la tennista in una intervista concessa alla BBC – se la loro presenza serve a far sentire la loro voce contro quello che sta facendo la loro esclusione sarebbe un danno…”
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