Juventus, Patrick Zaki nella bufera social: cosa è successo dopo il pari col Bologna. L’attivista egiziano preso di mira sul web
Da grande tifoso bolognese qual è, Patrick aveva espresso un parere polemico sull’arbitraggio della gara dell’Allianz Stadium di sabato. Da lì sono partiti una serie di insulti pesantissimi nei suoi confronti.
Attivista e ricercatore, Patrick George Zaki è nato in Egitto, a Mansura, il 16 giugno 1991. La sua storia è balzata all’onore delle cronache italiane il 7 febbraio 2020, quando rientrando da Bologna a Il Cairo, per una breve vacanza con la sua famiglia, è stato bloccato dall’autorità locale. Da lì è iniziato un calvario senza fine, con tanto di arresto e 22 mesi di detenzione. L’accusa è quella di essersi espresso contro il regime di Abdel Fattah al Sisi, anche attraverso l’attività sui social. Il web è tornato a creare problemi a Zaki, sicuramente di minore entità, ma per una banale partita di calcio. Il ricercatore, scarcerato lo scorso 7 dicembre, è un accanito tifoso del Bologna e ha seguito con passione la sfida dell’Allianz Stadium sabato pomeriggio. Il doppio rosso a Soumaoro e Medel non gli è andato giù, proprio quando lo 0-1 sembrava un risultato possibile. Un’impresa sfiorata dai ragazzi di Mihajlovic, che alla fine si sono dovuti accontentare del pareggio (gol di Vlahovic).
“Due cartellini rossi, stanno ancora pagando”. Sei parole scritte su Twitter da Patrick Zaki che hanno fatto esplodere tutta la rabbia dei tifosi bianconeri. Come spesso accade nel mondo del calcio qualcuno è trasceso, andando oltre il limite del buon gusto. Insulti, riferimenti personali e accuse davvero violente, che hanno scosso il ragazzo egiziano. Dopo aver aspettato un giorno intero dal primo post, Zaki è tornato ieri sull’argomento.
“Avevo deciso di commentare sabato la partita tra Bologna e Juventus – ha scritto sul proprio profilo – dicendo qualcosa che credo sia molto normale tra i tifosi di calcio di tutto il mondo. Mi sono trovato di fronte a decine di insulti e aggressioni, fino all’odio“. Fortunatamente in molti hanno deciso di condannare l’accaduto, schierandosi dalla parte del 31enne, riportando la situazione ad una sostanziale normalità. In questo momento di tutto c’è bisogno tranne che di esasperare i toni, specie per una partita di calcio.
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