Ricordate Byron Moreno? L’annuncio è davvero clamoroso: tifosi impazziti. L’arbitro che condannò l’Italia contro la Corea del Sud torna a parlare
Nel 2002 dopo averla combinata grossa nei nostri confronti, si ripeté nei quarti di finale con la Spagna. Fu arrestato negli Stati Uniti anni fa per trasporto di droga e ora ha una trasmissione in Ecuador.
Come dimenticare la sua performance negli ottavi di finale dei Mondiali di Corea e Giappone 2002. La Nazionale di Giovanni Trapattoni era lanciata verso qualcosa di importante quando, proprio contro i padroni di casa, venne letteralmente estromessa dalle decisioni “folli” della terna arbitrale (il guardalinee annullò ingiustamente un gol per fuorigioco a Tommasi). Non solo, di lì a poco fece ancora peggio nel turno successivo, quando la Corea affrontò la Spagna, eliminandola ai calci di rigore. Un vero furto con scasso, finito sulle prime pagine di tutti i giornali. Ora a distanza di molti anni e diverse vicissitudini (fu arrestato per trasporto di droga negli Stati Uniti), il direttore di gara più chiacchierato della storia torna a parlare. Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, l’arbitro ecuadoriano difende il suo operato. “Dopo tutto questo tempo ricevo ancora insulti sui social dai tifosi italiani. Ho la coscienza pulita, sono tranquillo. Quella gara è nella top 3 delle mie migliori prestazioni arbitrali in carriera. Che voto mi darei? 8.5 pieno”.
Entrando nello specifico delle decisioni prese in quel match (doppio giallo a Totti per simulazione), Moreno spiega: “Se guardiamo il video, il giocatore coreano punta il pallone, arriva prima e allunga la gamba. Il capitano azzurro inciampa e cade provando a simulare un fallo per il quale è stato ammonito per la seconda volta e quindi espulso. Il regolamento prevedeva il giallo per simulazione. Ho rispettato le regole, le immagini parlano chiaro. Totti non protesta, gli unici a farlo sono Vieri e Di Livio. Anche quando Trapattoni colpisce il vetro che divide la sua panchina dai dirigenti Fifa, è una reazione dovuta alla rabbia del momento”.
L’unico errore che riconosce è la mancata espulsione per il fallaccio su Zambrotta. “Sun-hon Hwang falcia Zambrotta al 72’, costretto a uscire per infortunio. Quella è l’unica situazione che mi ha fatto riflettere tanto in questi anni. Tornassi indietro darei il cartellino rosso al coreano. Sono umano, mi assumo la responsabilità per ogni decisione giusta o sbagliata presa durante la mia carriera arbitrale. Quello di cui potete stare sicuri è che non ho mai voluto favorire o penalizzare qualcuno in campo“. Sul fuorigioco clamoroso che porta all’annullamento del gol di Tommasi nel primo tempo aggiunge: “Quell’azione non è di mia responsabilità, ma dell’assistente argentino Jorge Ratallino. In quegli anni l’assistente dell’arbitro era l’unico responsabile per il fuorigioco. Lui ha alzato la bandierina e mi sono fidato. Era impossibile per me sapere se Tommasi fosse o meno in posizione irregolare dalla prospettiva che avevo“. Di certo per tutti i tifosi italiani sentir parlare ancora di quella partita non può che riaprire una ferita ancora piuttosto vivida.
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