Divertente provocazione da parte di Antonio Giovinazzi nei confronti del campione mondiale di Formula 1 Max Verstappen
La proprietà transitiva che è una delle regole fondamentali di molte equazioni matematiche e chimiche non vale in alcuni ambiti specifici, in modo particolare nello sport.
Il caso di grandi personaggi sportivi che hanno clamorosamente fallito di fronte a obiettivi apparentemente facili è evidente. Vincere non è mai cosa facile per nessun atleta e in qualsiasi ambito.
Ne sa qualcosa Antonio Giovinazzi, ultimo pilota italiano ad avere avuto l’onore di scendere in pista su un bolide di Formula 1. Dopo l fine della sua esperienza in Alfa Romeo, Giovinazzi è entrato a far parte del circuito ufficiale della Formula E. Una scelta completamente diversa, sicuramente non facile. In modo particolare per lui che, dopo le prime gare, avare di soddisfazioni, sta cercando di fare un punto della situazione e di trarre il suo primo bilancio.
“Posso solo dire che il campionato di Formula E è estremamente impegnativo per molti aspetti che non hanno molto a che fare con le piste e la guida. Ci sono elementi che devono essere tenuti in grande considerazione e che riguardano in modo particolare la gestione della macchina e dell’energia. Posso garantire che non sarebbe facile per nessuno, nemmeno per un fuoriclasse come Max Verstappen…”
La differenza, secondo Giovinazzi, è proprio nell’atteggiamento con il quale in Formula E bisogna mettersi a disposizione della macchina: “Se in Formula 1 tutti lavorano in funzione del pilota, per garantirgli la maggiore velocità possibile, qui è il pilota a dovere gestire aspetti che solo lui può capire all’interno dell’abitacolo. Aspetti che possono variare non soltanto di circuito in circuito ma anche all’interno di ogni singola gara. La gestione della potenza, dei kilowatt, è fondamentale. La Formula E è estremamente incerta. C’è uno sforzo fisico forse minore ma lo sforzo mentale è notevolmente maggiore”.
Interessante la considerazione di Giovinazzi sulla qualità dei piloti: “Qui è tutto completamente diverso. Certe logiche che in Formula 1 possono essere vincenti qui non pagherebbero. Posso garantire che se domani il miglior team di Formula E ingaggiasse un fuoriclasse come Max Verstappen convinto di vederlo vincere facilmente, resterebbe deluso. Per fortuna io ero in bravo in matematica e con certi calcoli mi sono subito trovato a mio agio”.
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