Anche senza giocare, Roger Federer continua a far parlare di sé, soprattutto gli ex colleghi sempre prodighi di complimenti nei suoi confronti
Non ci sono aggiornamenti ufficiali da un mese sulle condizioni di Roger Federer. Il campione elvetico ha fornito le ultime informazioni a riguardo lo scorso febbraio in un’intervista a una tv svizzera nella quale si è augurato di poter tornare in campo dopo l’estate.
Dovesse riuscirci sarebbe un anno e poco più dall’ultima partita disputata, a luglio 2021, nei quarti di finale di Wimbledon e persa contro Hurkacz. Sconfitta alla quale è seguita un’altra operazione chirurgica al ginocchio per provare a guarire definitivamente dal problema che ormai lo tormenta da due anni.
Proprio a luglio, con la mancata partecipazione al prossimo Wimbledon, Federer sarà senza punti Atp, una situazione mai vissuta in oltre venti anni di carriera. Non è certo il ranking, tuttavia, la priorità di Roger che, in più di un’occasione, ha ribadito di volersi concedere un’ultima parentesi sul circuito.
Vedremo se ci riuscirà. Intanto quello che ha lasciato è storia. Indubbiamente Federer, insieme a Nadal, Djokovic e Murray ha cambiato il tennis del nuovo millennio, rendendolo uno sport più popolare e seguito. Questo grazie a una serie di match, vittorie e colpi che ancora a distanza di anni non sono stati affatto dimenticati.
La conferma ulteriore di ciò che Roger Federer ha rappresentato per il tennis arriva dalle dichiarazioni di chi lo ha affrontato in campo. L’ultimo a esaltarlo è stato James Blake, ex top ten americano, sconfitto dieci volte dal fuoriclasse elvetico, di cui due in finale alle Finals di Shanghai 2006 e al Masters di Cincinnati 2007.
In una recente intervista, ripresa da Tennisworlditalia, Blake ha elogiato Federer, esaltandone un colpo del repertorio: “Il dritto di Roger – commenta l’ex tennista statunitense – non ha eguali nella storia. Non ci ho messo molto per rendermi conto che era il migliore in assoluto.”
Un’impressione quella di Blake condivisa anche da altri addetti ai lavori, alla stregua di quelle che, nella stessa intervista, ha riservato a Djokovic e Nadal. Del serbo, Blake apprezza il rovescio (“Solido come una roccia, fa la differenza nei momenti di maggiore pressione”), di Rafa, invece, la forza mentale che lo ha reso irraggiungibile e che gli ha fatto giocare ogni punto come se fosse l’ultimo della carriera.
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