Da tempo si parla di dare un nome allo Stadio Olimpico di Roma ma c’è una proposta che più di ogni altra sembra mettere d’accordo tutti
La proposta risale ad almeno un anno fa, quando l’Italia ancora piangeva l’eroe del Mondiale 1982: Paolo Rossi.
Dare il nome di Pablito allo Stadio Olimpico di Roma, proprietà del CONI, il comitato olimpico nazionale: un impianto che di fatto un nome non l’ha mai avuto.
Una proposta non concretizzata
La proposta era stata accolta e caldeggiata anche dal presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, e raccolta da molte istituzioni non solo calcistiche del nostro paese. Ma come spesso accade per concretizzare le cose, nel nostro paese, occorrono lunghi passaggi burocratici. A volte interminabili. E così la proposta di dare il nome di Paolo Rossi è rimasta tale: fino a oggi, raccolta da un personaggio d’eccezione. Nientemeno che il presidente della FIFA, Gianni Infantino.
Infantino su Paolo Rossi e Nazionale azzurra
Gianni Infantino, ospite della Lega Pro a Firenze per un convegno dedicato ad Artemio Franchi, presidente storico della Federcalcio italiano e autore della prima grande riforma del nostro sport popolare in Italia, è tornato sulla questione con parole molto chiare.
“Ma che cosa aspettiamo a intitolare lo Stadio Olimpico a Paolo Rossi? Non c’è italiano che abbia fatto di più per lo sport e per l’Italia in un momento veramente difficile come Paolo Rossi. Per favore. Sono mesi che cerco di capire chi decide questa cosa e non ci sono riuscito. Visto che tutti i dirigenti sono qua, a Palazzo Vecchio, dateci una mano a chiamare lo stadio di Roma ‘Olimpico Paolo Rossi’. Credo che lo meriti più di chiunque altro”.
Persino la Camera dei Deputati aveva approvato, con 387 voti favorevoli, l’ordine del giorno con il quale impegnava il governo a valutare la possibilità di intitolare lo Stadio Olimpico di Roma a Paolo Rossi. Ma da allora la proposta è rimasta tale.
Il CONI, comitato olimpico nazionale presieduto da Giovanni Malgò, al suo terzo e ultimo mandato, si era detto disponibile a valutare la cosa. Ma di fatto la questione è, soprattutto, politica.
Infantino ha anche parlato della Nazionale: “Non sarà lo stesso Mondiale senza l’Italia, sono molto dispiaciuto. Ma questo è un paese che ha grande risorse, e che sa sempre come rilanciarsi anche dai momenti più difficili”.