Il giudice sportivo prende la sua decisione definitiva sugli episodi che hanno caratterizzato la partita tra Juventus e Napoli
Lo scorso anno la partita tra Juventus-Napoli diventò un giallo perché la partita fu rinviata a causa della decisione delle istituzioni sanitarie locali napoletane di bloccare il club azzurro a causa della pandemia. Partita che per altro inizialmente costo uno 0-3 a tavolino e un punto di penalizzazione prima che fosse rigiocata e vinta dalla Juve il 7 aprile 2-1.
Quest’anno, invece, il Napoli viene deferito perché ha regolarmente giocato la partita con la Juventus del 6 gennaio scorso. Ma con alcuni calciatori che in teoria, non solo non dovevano essere in campo. Ma non sarebbero nemmeno dovuti partire per Torino.
Juventus Napoli, mazzata del giudice sportivo
É un’autentica mazzata quella del giudice sportivo nei confronti del Napoli calcio, inteso come società, deferito per responsabilità diretta. Un deferimento formale sulla base del comportamento del suo presidente, Aurelio de Laurentis, anch’esso deferito insieme al responsabile medico del club, Raffaele Canonico.
Tutto risale ai giorni immediatamente precedenti alla trasferta del Napoli a Torino per la partita in programma il 6 gennaio, alla ripresa del campionato dopo la lunga pausa natalizia.
Deferimenti e polemiche
Con alcune partite di quel turno di campionato che di fatto non si svolgeranno, su tutte Bologna-Inter, ancora da recuperare, il Napoli di Luciano Spalletti parte per Torino da dove porterà a casa un eccellente pareggio, 1-1.
Il vantaggio di Mertens, il pareggio di Kulusevski, allo scadere su assist di Federico Chiesa. Una bella partita. Alla quale tuttavia tre giocatori del Napoli non avrebbero dovuto partecipare. Stanislav Lobotka, entrato in campo nel corso del secondo tempo, Piotr Zelensky e Amir Rrhamani, titolari fin dal primo minuto. Tutti e tre, infatti, erano sottoposti a un regime di quarantena domiciliare nel rispetto delle norme anticovid. Quarantena che doveva essere rispettato fino al 9 gennaio. I tre calciatori, di fatto, non sono solo usciti di casa. Ma sono saliti sull’aereo, hanno effettuato un giorno di trasferta con la squadra, un ritiro in albergo e sono scesi regolarmente in campo.
Secondo le accuse del procuratore federale, al termine di un’indagine che è durata oltre due mesi, il Napoli avrebbe avuto la responsabilità di non aver fatto rispettare o comunque non aver vigilato sufficientemente, sul rispetto delle norme previste dal regolamento per il contenimento della pandemia. Il regime di quarantena era stato ufficializzato anche da una nota della Asl Napoli 2 Nord.
Resta il fatto che questa nota dell’autorità sanitaria locale sarebbe stata comunicata al Napoli il 5 gennaio alle 17.01, quando la squadra era praticamente già partita. Sulla base di quelle che sono state le ultime decisioni in tal senso la partita dovrebbe risultare comunque omologata punto niente sconfitta a tavolino. Al Napoli potrebbe arrivare una sanzione amministrativa e comunque la società ha già annunciato ricorso.