Roberto Mancini, confermato in Nazionale (AP LaPresse)
É ancora polemica intorno all’eliminazione della Nazionale azzurra dopo la sconfitta di Palermo contro la Macedonia del Nord
Mentre il quadro delle qualificate ai Mondiali 2022 va via via completandosi, con le partite di ieri sono 27 le squadre iscritte, e ne mancano solo cinque, non si spengono le polemiche sull’esclusione dell’Italia.
La sconfitta contro la Macedonia a Palermo continua a suscitare grandi polemiche, anche dopo la vittoria degli Azzurri di ieri in Turchia 2-3.
Anche l’ex CT della Nazionale Gian Piero Ventura ha parlato del momento della squadra azzurra, così simile a quello che ha visto la sua Nazionale uscire dal Mondiale in Russia del 2018 dopo la sconfitta ai playoff contro la Svezia di Ibrahimovic. Ma le cose, rispetto a quella vicenda, secondo Ventura sarebbero ben diverse: “Io sono stato abbandonati, un capro espiatorio di fronte alla sconfitta. Nel 2017 l’unico colpevole ero io. E mi hanno abbandonato tutti”.
L’ex commissario tecnico della Nazionale ha parole molto forti e risentite. Non tanto nei confronti di Mancini quanto della Federazione dalla quale si sarebbe sentito ‘abbandonato’: “Basta vedere le immagini successive alla sconfitta di Palermo. Il presidente Gravina era seduto accanto a Mancini. Io a San Siro ero solo, l’unico colpevole. Non l’ho mai trovato giusto”.
In realtà Mancini arriva a questa eliminazione dopo la vittoria dell’Europeo: “Contesti completamente diversi, la mia Nazionale era contestata anche prima dei playoff. Ma quando Mancini ha vinto l’Europeo ero sinceramente contento, gli ho anche inviato un messaggio facendogli i complimenti. E poi sono contento che vada avanti. É giusto che continui il suo impegno in Nazionale”.
Secondo Ventura la Nazionale di Mancini ha perso smalto dopo la vittoria negli Europei: “Fa fatica a segnare, ma c’erano già stati alcuni segnali nel corso degli ultimi mesi. La squadra del trionfo europeo oggi fa più fatica. Forse ha perso un po’ di consapevolezza”.
Dopo la Nazionale, Ventura ha avuto solo due brevi incarichi, al Chievo e alla Salernitana: “Non voglio più allenare anche se il calcio è la mia vita. Tendenzialmente non voglio più allenare. Ma se dovesse arrivare una proposta seria, che non sia solo un contratto ma che mi porti adrenalina, potrei anche pensarci”.
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