Paul Gascoigne con una maglia celebrativa della Lazio (AP LaPresse)
Un momento di grande partecipazione collettiva dedicato a Paul Gascoigne, bandiera del calcio inglese e della Lazio
Per anni Paul Gascoigne è stato il simbolo di un certo tipo di calcio. Estremo e spregiudicato, pieno di eccessi e sregolatezze. Ma anche divertente pochi altri.
Prima che la tattica prendesse definitivamente il sopravvento e che il fisico prevalesse sui piedi e l’istinto, Gascoigne era l’espressione più pura di un talento istrionico di valore assoluto.
Purtroppo gli eccessi hanno avuto il sopravvento su quello che è stato per almeno dieci anni l’icona di un calcio imprevedibile e divertente. Ha rischiato di farsi male Gazza, molto male. Oggi poteva essere dall’altra parte, rimpianto e compatito, spiegato da quelli che hanno provato a cambiarlo e a farlo diventare qualcosa di diverso da quello che era. Ma il bello di Paul Gascoigne era esattamente il fatto che lui era quello che era: e dovevi prenderlo tutto, nel bene e nel male.
A 54 anni, dopo venti anni da professionisti tra alti e molti bassi, per altro pure profondi, Gascoigne ha almeno in parte recuperato la sua credibilità. Si è disintossicato ma non rinuncia a una birra: e se ogni tanto esagera c’è sempre chi lo riporta a casa. Perché ora ha anche una casa. Ha fatto pace con la sua famiglia, ha un ottimo rapporto con il figlio Regan che dopo un lungo e tormentato percorso ha rivelato la sua bisessualità. E di tanto in tanto riesce persino a parlare senza litigare con l’ex moglie Sheryl, cui è andato molto del suo patrimonio nel momento migliore e che gli ha dedicato interviste pesantissime e una biografia “Sopravvivere a Gazza” nella quale si parla di maltrattamenti e abusi domestici.
Ma Gascoigne, non molto tempo fa protagonista della versione italiana de “L’Isola dei Famosi”, pur senza vivere di rendita e sfoggiare beni di lusso, si sta dimostrando capace di badare a se stesso. Fa l’opinionista, va nei talk show, parla di sé e del suo passato con lucidità e una grande autoironia. Appesantito, ma sorridente, si è presentato all’Ibrox Park per la partita delle leggende dei Rangers Glasgow che festeggiavano i 150 anni di vita. L’applauso che il pubblico gli ha dedicato è stato davvero commovente. Gazza ha replicato alla sua maniera, con due finte, un dribbling e una fulminea conclusione a rete. Poi, ha trovato un gol che ha fatto impazzire la gente, liscio, palla regalata dalla difesa, stop e tiro nell’angolo. Al rallentatore, e con le marcature che sembravano dire… “ti prego, segna”.
Gazza ha segnato, abbracciato da compagni e avversari: e quando ha visto il pubblico in piedi ha pianto. Standing ovation.
Sipario.
Il giorno dopo la festa scudetto feci un editoriale secco: “Inzaghi, adesso vattene”. Era un…
Thiago Motta, tecnico della Juventus, ha parlato così di Kenan Yildiz dopo il successo 0-1…
Vince 0-1 la Juventus all'Unipol Domus contro il Cagliari nel match domenicale delle 20.45. Basta…
E' proprio il caso di dire che non tutto il male viene per nuocere e…
Il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli è intervenuto ai microfoni di DAZN nel pre partita della sfida della…
Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, ha parlato così ai microfoni di Sky dopo la fine…