GP Arabia Saudita, retroscena shock: cinque piloti non volevano correre. La gara non è più a rischio ma c’è ancora tensione nel paddock
Una vigilia così tesa, la Formula 1 non la viveva da tempo. Un conto sono le sfide in pista, un altro però il rischio di correre sotto la minaccia delle bombe, come il missile che ieri è caduto non lontano dalla pista di Jeddah.
Lunghe riunioni nella notte saudita tra scuderie, team principal e piloti da una parte, organizzatori locali, FIA e Liberty Media dall’altra. Alla fine la decisione di non cambiare nulla nel programma del weekend, a cominciare dalle Qualifiche di oggi che cominceranno alle 18 italiane.
I motivi li ha spiegati il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem: “C’è stato un incontro con gli alti funzionari della sicurezza e abbiamo parlato anche con piloti e team manager. L’obiettivo degli attacchi in realtà è la compagnia petrolifera Aramco, colpiscono le infrastrutture ma non i civili o la gara di Formula 1. Quindi ci hanno assicurato che l’autodromo è un ambiente sicuro e sarà così anche domenica durante la gara”.
In realtà però mentre le scuderie, anche per morivi economici, non hanno opposto molta resistenza alla decisione finale invece i piloti non erano d’accordo. Come ha spiegato ‘La Gazzetta dello Sport’ almeno 5 avevano chiaramente detto di non voler prendere il via. Lewis Hamilton e Fernando Alonso che insieme e Sebastian Vettel sono quelli più a lungo corso, ma anche Lance Stroll, Pierre Gasly, George Russell che è direttore della dell’associazione piloti.
La paura, condivisibile, era che confermando il programma per intero ci fosse una cassa di risonanza perfette per altre dimostrazioni violente. Alla fine però hanno accettato anche loro di scendere in pista come se nulla fosse re lo hanno comunicato agli organizzatori e alla FIA.
Ma secondo la BBC c’è un retroscena shock dietro alla decisione dei piloti. Alcuni di loro che avevano manifestato i loro dubbi sarebbero stati minacciati e obbligati a scendere in pista. Da chi però non è ancora chiaro e non è stato svelato, ma quello che conta è sapere che tutto è a posto.
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