Nei giorni del ritorno al campo della Nazionale di Roberto Mancini spicca la notizia di un altro clamoroso ritorno
Una vita da protagonista, nel bene e nel male. Francesco Flachi è sempre stato un giocatore divisivo, capaci di farsi amare e rimpiangere. Ma anche protagonista adi errori e debolezze che gli sono costate moltissimo.
A Genova, quando era il re di una città e il leader di una squadra che puntava con decisione all’Europa, arriva la conclusione defintiva ’ennesima di un percorso straordinario. Flachi era legato a doppio filo alla Sampdoria e i tifosi blucerchiati lo adoravano.
Molti non gli hanno mai perdonato dopo otto anni in blucerchiato di amore indiscusso, quell’accusa di doping legata all’uso personale di sostanze stupefacenti (cocaina) che lo aveva già messo in grande imbarazzo all’inizio della sua carriera e che era la seconda in due anni. E pensare che quando vestiva la #10 della Viola molti vedevano in lui un giovane in grado di ripercorrere le orme di Roberto Baggio.
Con quasi 400 presenze in Serie A e 136 gol 110 dei quali nella Sampdoria, Francesco Flachi è stato per anni l’uomo dell’ultimo passaggio, del colpo impossibile: della sforbiciata. Un talento straordinario e imprevedibile.
Oggi, a distanza da quella condanna di dodici anni, durissima perché arrivava dopo una precedente sentenza e dunque sanciva anche la reiteratezza del dolo, Flachi compie un altro colpo di scena e torna in campo. A 47 anni (“da compiere”, tiene a sottolineare) Flachi è tornato in campo con la maglia del Signa 1914, squadra amatoriale che gioca nel campionato toscano di Eccellenza.
Non si tratta solo di colpi di teatro per questioni di marketing: Flachi è nato a pochi chilometri dal campo del Bisenzio dove il 13 febbraio è sceso di nuovo in campo dopo dodici anni di assenza per squalifica. Prima non poteva nemmeno andare in uno stadio da spettatore. Ad accoglierlo tifosi della Fiorentina e della Sampdoria che per lui hanno appeso uno striscione eloquente: “Un Flachi è per sempre”, lo stesso che campeggiava nella Sud di Marassi prima della brutta vicenda che lo spinse fuori dal campo.
Oggi esce in libreria “Una vita rovesciata”, titolo che fa riferimento ai suoi errori, ai suoi eccessi ma anche ai gol in sforbiciata che a Genova molti avevano ribattezzato “la Flachi”. Giocherà fino alla fine della stagione, si allena regolarmente, sta bene, si diverte. Poi continuer a giocare da dilettante e punterà a un patentino da allenatore.
Flachi ha vestito la maglia della Nazionale azzurro in giovanile. Mai una convocazione nella squadra maggiore. Ogni tanto gioca a fare l’opinionista. Il suo libro racconta molto, a cominciare dal provino con il Napoli che gli valse una maglia di Maradona che conserva ancora oggi come una reliquia. Un personaggio straordinario, tra luci e ombre, con un talento infinito e sfrontato: davvero raro.
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