A distanza di nove mesi dal terribile malore che quasi lo uccise all’Europeo, Christian Eriksen è pronto a coronare il suo sogno più grande
“Non si può vivere con la paura, e io non ho alcuna intenzione di rassegnarmi all’idea di vivere senza calcio. Sarò cauto: ma paura… mai”.
É una frase emblematica che Christian Eriksen pronuncia con il sorriso e con gli occhi fissi sull’obiettivo della telecamera, quasi a voler essere ancora più convincente.
Il trequartista danese, che da qualche settimana si è accasato in Premier League al Brentford, ha accettato la convocazione del CT della Danimarca, Kasper Hjulmand. Si tratta della prima chiamata in Nazionale dopo il devastante malore avvenuto il 12 giugno scorso durante Danimarca-Finlandia, fase a gironi dell’Europeo. Eriksen per alcuni lunghi istanti è rimasto a terra, senza battito cardiaco. I primi soccorsi da parte dei compagni di squadra, poi la rianimazione e un lunghissimo periodo di convalescenza e riabilitazione.
Eriksen vive con un defibrillatore portatile installato nel torace, è sotto costante controllo medico ma da alcune settimane è tornato in campo. Impossibile per lui giocare in Italia e onorare l’impegno con l’Inter perché i regolamenti del nostro paese impediscono a giocatori con una patologia come la sua di giocare a livello agonistico. Ma un po’ come era accaduto a Nwankwo Kanu, Eriksen ha ripreso la sua vita agonistica in Inghilterra firmando con il Brentford.
Prima gara ufficiale dopo 259 giorni senza partite. Dal suo rientro in campo Eriksen ha disputato tre partite, due delle quali da titolare e senza essere sostituito offendo anche l’assist decisivo nel gol decisivo di Toney contro il Burnley. Abbastanza per convincere il CT della sua nazionale a chiamarlo per i due test amichevoli contro Olanda e Serbia:_“Nel suo ruolo è il migliore, non si discute – dice Hjumand – se se la sente la maglia è sua. Contro il Burnley mi ha dato l’idea di essere in una condizione straordinaria”.
Ed Eriksen ha già accolto con entusiasmo la proposta che lo riporterà in nazionale a nove mesi dal dramma. Un nuovo inizio, in vista del Mondiale 2022 in Qatar cui la Danimarca è già qualificata.
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