“Il ragazzino non c’è più”, il ‘guerriero’ Jannik Sinner spaventa gli avversari. Il 20enne tennista altoatesino si prepara ad affrontare al meglio la nuova stagione agonistica che sta per entrare nel vivo
Jannik Sinner scalpita. Il 20enne tennista altoatesino alla vigilia del suo esordio al Masters 1000 di Indian Wells, il torneo più importante di questo segmento di stagione, è pronto a rimettersi in marcia con l’obiettivo di crescere partita dopo partita e se possibile guadagnare altre posizioni nel ranking ATP. Nel prestigioso torneo californiano, il talento di San Candido se la vedrà al primo turno con il 26enne serbo Laslo Djere, un avversario ampiamente alla sua portata.
In una lunga intervista concessa al quotidiano La Repubblica, Jannik Sinner si è soffermato soprattutto sulla sua decisione, giunta come un fulmine e ciel sereno, di cambiare l’allenatore: non più Riccardo Piatti, il suo pigmalione, ma il bravo Simone Vagnozzi. E proprio su questa vicenda, l’attuale numero 10 del ranking mondiale intende fare chiarezza una volta per tutte: “Sono sempre io, non sono cambiato per niente, un ragazzo che comunque vuole divertirsi in quello che fa e che cerca nello stesso tempo di migliorarsi giorno dopo giorno. Ho fatto quello che pensavo fosse giusto per me, anche se la decisione non era semplice e non lo è stata”.
“Il ragazzino non c’è più”, Jannik Sinner spaventa i rivali. “Voglio salire ancora nel ranking Atp”
L’avvento di un nuovo coach però non modifica i piani e le strategie di un talento ancora molto giovane ma già proiettato verso traguardi sempre più ambiziosi: “Il ragazzino di 2-3 anno fa non c’è più – tuona Sinner -: adesso ho un obiettivo in testa. Ci vogliono gli obiettivi. Ora provo a essere un pochettino più aperto. Posso dire però che sono sicuro di quello che ho e di dove voglio arrivare. Non guardo ai risultati, ma a come sto in campo, a quello che secondo me si può e si deve migliorare”.
Il rapporto con il nuovo coach, Simone Vagnozzi, procede a gonfie vele: “Mi sembra di conoscerlo già da tanto tempo – sottolinea Sinner -. Non ci raccontiamo barzellette: ha personalità, e penso che lui possa darmi quello che cercavo. Poi ognuno pensi e dica quel che gli pare”.