Dopo le polemiche seguite alle Olimpiadi di Pechino, Arianna Fontana torna sul suo futuro e non esclude di poter chiudere la sua esperienza agonistica
Si è scritto molto non solo delle molte medaglie che hanno accompagnato l’impresa azzurra alle Olimpiadi di Pechino. Ma anche delle polemiche che le hanno accompagnate.
Uno dei casi più clamorosi riguarda Arianna Fontana, la pattinatrice di short track che a Pechino ha conquistato tre medaglie ed è diventata l’atleta più medagliata di sempre nella storia dei giochi olimpici invernali.
La questione Arianna Fontana
La questione è nota. Arianna Fontana è sposata con Anthony Lobello, ex atleta di short track in forza alla squadra americana prima e italiana poi. Oggi è un tecnico. E si occupa personalmente della preparazione della moglie con la quale ha stilato un programma di allenamento individuale al di fuori di quelli che sono i programmi e le strutture della federazione italiana del ghiaccio, la FISG. Arianna e il marito per molto tempo si sono allenati a Budapest. Quando sono stati inseriti nei gruppi di allenamento con il resto della squadra azzurra non sono mancati gli attriti.
Frattura insanabile
A Pechino il presidente della FISG Andrea Gios aveva chiesto ad Arianna Fontana di tornare nel gruppo della Nazionale se davvero voleva essere inserita nel programma olimpico che porterà alla importante scadenza di Milano e Cortina. Ma la risposta di Arianna Fontana a caldo è stata durissima: “Non ho alcuna intenzione di sottostare a imposizioni. So io quello di cui ho bisogno e le vittorie lo dimostrano”.
A mente più fredda, nel corso di una lunga intervista, Arianna Fontana non sembra averci ripensati: “Mi dicono che sono divisiva, che ho spaccato la Nazionale ma la verità è che per me parlano i risultati. Sono sul ghiaccio ad affrontare competizioni internazionali da sedici anni, e se questo non voglia dire avere leadership non so che cosa voglia dire. É da dodici anni che devo discutere per affermare la mia identità. Volevano trasformarmi in una fondista per farmi correre le lunghe distanze. Ma quello che ho vinto l’ho vinto sempre nelle competizioni veloci”.
Arianna Fontana parla apertamente di una sorta di complotto per danneggiarla: “Quando sono tornata ad allenarmi in nazionale era evidente che alcune traiettorie puntassero a farmi cadere. Quando ho chiesto spiegazioni mi è stato detto che la mia presenza in allenamento non era gradita ad alcuni altri atleti. Ho preso le mie cose e me ne sono andata. Evidentemente la presenza di mio marito da fastidio. Arrivare fino a Cortina? Non così. Altri quattro anni in questa situazione, con l’angoscia e il mal di stomaco non li reggo. Difendo il diritto di qualsiasi atleta di allenarsi in un ambiente sereno. Ma da anni nello short track respiro un’aria tossica. L’Italia è un asilo, senza alcuna professionalità”.