L’ex allenatore della Roma era a Kiev insieme alla moglie Katerina, ucraina ed è rimasto bloccato
Ore di apprensione per oltre duemila italiani che vivono in Ucraina tra i quali la delegazione guidata da Roberto De Zerbi, tecnico dello Shakhtar Donetsk, bloccato a Kiev con tutti i tecnici – anche loro italiani – della sua squadra.
Tra le persone che sono rimaste bloccate al di qua della frontiera anche l’ex allenatore della Roma, il portoghese Paulo Fonseca.
Roma, Paulo Fonseca a Kiev
Fonseca, due stagioni alla Roma dal luglio 2019 al giugno dello scorso anno, attualmente senza club dopo avere chiuso la sua esperienza in giallorosso. In passato ha allenato in Ucraina, tre stagioni allo Shalhtar Donetsk, sulla stessa panchina che ora è di De Zerbi, vincendo tre titoli nazionali e altrettante coppe.
Bombe intorno all’albergo
Paulo Fonseca è profondamente legato all’Ucraina non solo per motivi di carattere professionale. Qui ha conosciuto sua moglie Katerina dalla quale ha avuto un bimbo di tre anni. La famiglia era a Kiev, Fonseca aveva acquistato un biglietto su un volo in partenza mercoledì. Ma tutti i voli civili sono stati sospesi, lo spazio aereo è stato chiuso, gli aeroporti sono stati uno dei primi obiettivi militari colpiti dai russi. E Fonseca non è potuto partire.
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Lui, la moglie e il figlio hanno trovato riparto all’Hotel Opera, nel pieno centro di Kiev, che è stato eletto ‘zona franca’. Qui hanno trovato riparo lo Shakhtar Donetsk – che ormai da tempo gioca a Kiev – al gran completo e diversi giornalisti. Fonseca è rimasto bloccato per due giorni con la moglie che via Instagram documentava tutto quello che stava accadendo filmando diverse esplosioni poco lontano dall’albergo. Ieri l’ambasciata portoghese è riuscito a organizzare due pullman per portare in salvo verso il confine ucraino il tecnico, la moglie e il figlio.
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Tanti i messaggi affettuosi da parte di tifosi italiani e portoghesi nei confronti di Fonseca.
Nessuna novità invece per la comunità dei giocatori dello Shaktar, tredici giocatori brasiliani, una quarantina di persone tra giocatori e tecnici con un’ampia delegazione italiana. Tutti ancora bloccati dentro l’Hotel Opera.