Qatar 2022, c’è l’annuncio clamoroso: la guerra in Ucraina stravolge tutto. Dopo lo spostamento della sede della finale di Champions League, arriva una significativa presa di posizione
I drammatici eventi bellici in corso di svolgimento in Ucraina, messi in moto dall’invasione militare della Russia, stanno provocando una serie di conseguenze che si ripercuotono anche nel mondo dello sport. E così, dopo lo spostamento della sede della finale di Champions League da San Pietroburgo a Parigi e la cancellazione del Gran Premio di Formula 1 di Sochi in programma a settembre, anche il calendario degli spareggi per il Mondiale del Qatar va incontro a un vero e proprio stravolgimento.
Con uno scarno comunicato ufficiale, pubblicato poche ore fa, la Federcalcio polacca ha infatti annunciato che non scenderà in campo contro la Russia in occasione della semifinale di spareggio per la qualificazione a Qatar 2022 in programma giovedì 24 marzo a Mosca. “Il tempo delle chiacchiere è finito, è arrivato il momento di agire. Questa è l’unica decisione corretta da prendere“, ha dichiarato il presidente della Federazione Cezary Kulesza. Una presa di posizione durissima da parte della Polonia che non più tardi di 24 ore aveva invitato altri paesi ad organizzare un vero e proprio boicottaggio sportivo nei confronti della Russia.
La presa di posizione della Federazione polacca ha trovato il sostegno pieno e incondizionato del capitano e leader della Nazionale biancorossa, il centravanti del Bayern Monaco Robert Lewandowski: “È la decisione giusta! Non riesco a immaginare di giocare una partita con la nazionale russa mentre l’aggressione armata dell’Ucraina continua. I calciatori e i tifosi russi – ha precisato il bomber polacco – non sono responsabili per tutto questo, ma non possiamo fingere che non stia succedendo nulla“.
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A dir poco drammatica la testimonianza di un altro big della Polonia, il portiere della Juventus Wojciech Szczesny che ha affidato il suo commento al proprio profilo Instagram: “Mia moglie è nata in Ucraina, nelle vene di mio figlio scorre sangue ucraino. Vedere la sofferenza sui loro volti e la paura per il loro paese mi fa capire che non posso stare fermo. Rappresentare il proprio paese è il più grande onore nella carriera di un calciatore, ma è pur sempre una scelta. Mi rifiuto di giocare contro giocatori che scelgono di rappresentare i valori ei principi della Russia!“.
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