“Chiuso in casa perché mi vergognavo”: Beppe Signori racconta il suo dramma

“Chiuso in casa perché mi vergognavo”: Beppe Signori racconta il suo dramma. Ora che il suo incubo è finito l’ex bomber torna a respirare

Ci sono due vite nella vita di Beppe Signori. La prima è quella del bomber che ha fatto sognare i tifosi di mezza Serie A e anche quelli della Nazionale. La seconda invece è quella che si è ripreso dopo dieci anni da incubo.

Beppe Signori (ANSA)

Per la prima volta l’ex attaccante di Foggia, Lazio e Bologna fra tutte ha deciso di raccontare il suo dramma a Verissimo. Nel 2011 il suo nome è stato tirato in ballo nella più grande inchiesta sul Calcioscommesse dopo quella dei primi anni ’80 e ci ha messo dieci anni per uscirne pulito. Ma le conseguenze sono state pesantissime, anche se ora può camminare a testa alta.

A Silvia Toffanin ha raccontato come è cominciato tutto. Si trovava e Roma e ricevette una telefonata della moglie: la sua casa di Bologna era stata perquisita, due carabinieri dovevano accompagnarlo in questura nella Capitale per un interrogatorio. E da lì, ha passato 12 giorni ai domiciliari.

L’inizio di un incubo che sembrava senza fine: “Per diversi mesi sono rimasto chiuso in casa perché mi vergognavo anche se non sapevo di cosa. Quando sono uscito per la prima volta, ho visto nelle altre persone uno sguardo diverso. Ma probabilmente ero io che in quel momento vedevo tutto nero”. Però ha deciso di non chiedere il rito abbreviato per dimostrare a tutti i costi la sua innocenza e alla fine ha avuto ragione.

Beppe Signori racconta il suo dramma: un calvario durato dieci anni, ma ora pensa al futuro

A dargli forza in quei momenti e fino a quando è uscito finalmente pulito è stata la sua famiglia che non lo ha mollato un attimo e non ha mai avuto dubbi sulla sua innocenza. Ma non è finita, perché nel 2019 ha rischiato di morire per un’embolia polmonare: “Dopo una radiografia per un dolore alla schiena il dottore mi disse che dovevo fare subito un elettrocardiogramma. Durante la visita il cuore è impazzito e stavo per avere un infarto. Per fortuna ero in ospedale”.

Signori in azione con la maglia della Lazio (ANSA)

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Oggi che ha ripreso in mano il suo destino, è tempo di immaginare il futuro. Beppe Signori vuole tornare nel mondo del calcio e lavorare in un Settore giovanile. “Ho il patentino per allenare in qualsiasi categoria. Ma visto che ho cinque figli, forse con i bambini avrei più soddisfazione”.

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