Formula 1, il Mondiale 2022 rischia di perdere un Gran Premio: il motivo. Ancora prima che la nuova stagione abbia inizio la FIA è alle prese con un problema molto serio di difficile soluzione. Le scuderie in attesa di novità
La nuova stagione di Formula 1 deve ancora prendere il via – il primo Gran Premio del 2022 è in programma domenica 20 marzo sul circuito del Bahrain – ma già emergono problemi nell’organizzazione del campionato del mondo. Se ne sta parlando in queste ore all’interno del board della FIA, sollecitata da alcuni interrogativi posti da dirigenti e manager delle varie scuderie.
Il mondo dello sport è in subbuglio: la crisi politico-militare in cui è sprofondata l’Europa dell’est, con una possibile e sempre più porobabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia rischia di ripercuotersi sull’organizzazione di grandi eventi sportivi previsti in calendario nel 2022. E se il primo ministro inglese Boris Johnson paventa lo spostamento della sede della finale di Champions League, ad oggi in programma a San Pietroburgo, il Circus della Formula 1 si domanda se sia opportuno o meno disputare il Gran Premio di Russia sul circuito di Sochi. Un dubbio che in virtù dei possibili sviluppi della crisi si presenta quantomeno legittimo.
La gara russa è in calendario per domenica 25 settembre, circa tre mesi dopo la finale di Champions League. Quella di quest’anno, tra l’altro, sarebbe l’ultima edizione del Gran Premio sulla pista realizzata nei pressi del Mar Nero. A partire dal prossimo anno infatti il Circus si sposterà sul circuito Igora Drive, poco fuori San Pietroburgo. Viene da sè che nel in caso in cui il conflitto tra Russia e Ucraina dovesse subire un’ulteriore escalation il Gran Premio di Sochi verrebbe cancellato in un batter d’occhio.
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La questione delle probabili sanzioni da parte di Unione Europea e Stati Uniti al governo di Mosca è poi seguita con particolare apprensione dalla Haas. Il team diretto da Gunther Steiner infatti, che ha come pilota il russo Nikita Mazepin, è sponsorizzato dal colosso Uralkali, controllato in parte dal miliardario Dmitry Mazepin, padre di Nikita e principale finanziatore delle operazioni del team. Eventuali ritorsioni a livello economico contro la Russia potrebbero avere gravi ripercussioni sui fondi a disposizione della squadra fondata da Gene Haas.
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