Le Olimpiadi invernali di Pechino vanno in archivio con una suggestiva cerimonia di chiusura nel corso della quale la bandiera delle Olimpiadi passa al comitato organizzatore di Milano e Cortina
Ore 14.37, il braciere olimpico di Pechino 2022 si spegne dopo un’edizione dei giochi non indimenticabile e con qualche polemica ancora una volta legata al doping e alle autorità cinesi rigide e inflessibili su qualsiasi questione legata al protocollo.
Ma la cerimonia di chiusura è anche un momento di grande poesia ed emotività con un gigantesco fiocco di neve che si interseca al centro dello stadio con il simbolo dei cinque cerchi.
Un tripudio di luci, colori in una organizzazione perfetta al millesimo di secondo ed eseguita con cura maniacale da centinaia di volontari e figuranti. Poi il “Nido d’Uccello”, per la seconda volta sede di una Olimpiade dopo l’edizione estiva del 2008, si illumina di tricolore e la bandiera olimpica passa dalle mani del presidente del CIO Thomas Bach a quelle di Giuseppe Sala e Gianmarco Ghedina, rispettivamente sindaci di Milano e Cortina, sedi dei giochi 2026.
Di fatto le Olimpiadi italiane sono già cominciate con l’assegnazione degli appalti per i primi lavori che, solo in Lombardia, valgono circa sei miliardi e mezzo di euro in infrastrutture e opere pubbliche. Restano tuttavia in piedi alcuni nodi importanti, come ad esempio quello che riguarda lo stadio Meazza, un impianto esclusivamente calcistico che da una parte molti vorrebbero demolito, o comunque sostituito da impianti più piccoli affidati alle due società cittadine, Milan e Inter. Ma che – di fatto – è anche ufficialmente la sede della cerimonia inaugurale dei giochi. Una sede istituzionale, è vero, che non ospiterà alcuna gara. Ma il Meazza raccoglierà decine di migliaia di spettatori e tutti gli atleti partecipanti alla prossima edizione con le delegazioni di ogni singolo paese.
LEGGI ANCHE – Olimpiadi, il caso di Kamila Valieva diventa un intrigo internazionale
Le Olimpiadi di Milano e Cortina d’Ampezzo coinvolgeranno quattro territori,Lombardia, Veneto, Trentino e Provincia Autonoma di Bolzano. Si tratta diquattordici diverse strutture in dieci diverse municipalità. Milano e dintorni con il Forum di Assago, e gli impianti del PalaItalia – da costruire ex novo, o del vecchio tendone Lampugnano (ex PalaTrussardi) ora in disuso e completamente da ristrutturare. Alle piste di Bormio per lo sci alpino, il trampolino di Predazzo mentre la cerimonia di chiusura sarà all’Arena di Verona.
LEGGI ANCHE – Olimpiadi, non solo medaglie: la squadra Azzurra sforna polemiche
Altro nodo riguarda il pattinaggio, inizialmente assegnato a Baselga di Piné. Ma che per la prima volta nella storia delle Olimpiadi potrebbe svolgersi all’aperto, nella vecchia Arena Civica, da ristrutturare quasi completamente. Il conto alla rovescia verso il 6 febbraio 2026, data dell’inaugurazione dei giochi, è ufficialmente iniziato.
Questa sera negli studi di Sportitalia, ospite di ‘Aspettando il weekend’, c’era l’ex giocatore di…
La marmellata in testa alla classifica torna alla grande dopo la pausa, ed è bene…
Domani torna in campo la Serie A dopo la terza ed ultima sosta sosta di…
“Attaccare tutti insieme e difendere tutti insieme. È un obbligo, non un’opzione”. Chiaro e categorico,…
La Nazionale femminile conquista la "Billie Jean King Cup" ma i tifosi di tennis di…
Domani la Serie A ripartirà dopo l’ultima pausa Nazionali del 2024. A dare il via…