É stato uno degli allenatori più garbati ed eleganti della Serie A, ma Sven Goran Eriksson sarà anche uno degli allenatori più longevi della storia del calcio
L’età è uno stato d’animo, scriveva qualcuno. E dunque, considerando il ritorno in panchina di Claudio Ranieri, e quello di Roy Hodgson sulla panchina del Watford, la notizia del ritorno in panchina di Sven Goran Eriksson può essere considerato come assolutamente normale.
Il tecnico svedese ha firmato un contratto (biennale) per occuparsi del Karlstad, squadra di terza divisione del campionato svedese. Non andrà in panchina: sarà il direttore generale del club.
Eriksson appartiene a uno spicchio di storia importante del campionato di Serie A. Il tecnico di Thorsby, 74 anni compiuti da pochi giorni, una carriera discreta da calciatore chiusa anzitempo a causa degli infortuni, vanta una carriera tecnica impressionante. Quello del Karlstad è il 18esimo incarico tecnico.
Eriksson arrivò in Italia nel 1984 per allenare la Roma, forte di due stagioni straordinarie al Benfica dove vinse due titoli, una coppa e sfiorò la Coppa Uefa, persa solo in finale contro l’Anderlecht. Alla Roma vinse con una Coppa Italia (1986) arrivando secondo posto in campionato. Poi due anni alla Fiorentina e ben cinque stagioni alla Sampdoria dove vinse un’altra Coppa Italia sfiorando il titolo nella stagione 1993-94. Era la Samp di Gullit (“cervo che esce di foresta”) e di una squadra straordinaria nella quale brillava la classe di Roberto Mancini. Ultima parentesi Italia fu quella con la Lazio dove, sempre con Mancini, vinse tanto: prima la Coppa delle Coppe, poi la tripletta Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa europea a spese nientemeno che del Manchester United.
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Elegantissimo, sempre misurato, brillante e arguto, Eriksson è stato un tecnico molto amato e rispettato in Italia.
La sua ultima esperienza come CT delle Filippine, dopo tre anni in Cina (Guangzhou, Shanghai e Shenzhen) si è conclusa dopo appena quattro mesi. Ora torna in panchina.
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É stato un grande maestro di calcio cui molti allenatori italiani devono tantissimo: a cominciare da Roberto Mancini e Sinisa MIhajlovic che non hanno mai fatto mistero della loro ammirazione per Eriksson, cui ammettono di avere rubato parecchio mestiere.
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