Sofia Goggia, il messaggio che gela i fan: “Non garantisco nulla”. La campionessa olimpica ha provato la pista dei Giochi
Se l’era immaginato diverso l’avvicinamento alle Olimpiadi di Pechino: la cerimonia come portabandiera, il gigante per prendere le misure, il superg e la discesa per fare doppietta. Invece Sofia Goggia sta facendo fatica e non lo nasconde.
Sono passate solo due settimane dall’infortunio a Cortina e ora che è arrivata in Cina e per la prima volta ha provato la neve, la campionessa bergamasca mette le mani avanti: “Le condizioni sono queste – ha detto a RaiSport – e ho ancora un po’ di tempo, ma non garantisco nulla, neppure la partecipazione alla discesa: valuteremo giorno dopo giorno. Ce la metterò tutta e mi dispiace non poter essere la solita Goggia competitiva”.
La concporremxza era già forte prima, con una Goggia a mezzo servizio servirà un miracoloso sportivo: “Per sciare ai nostri livelli servono fisico, tanta testa e anche il cuore a posto. Io parto da tanto lontano e ce la metto tutta. Ringrazio tutti gli italiani per l’affetto che mi hanno dimostrato, certe volte si va ad una Olimpiade con il peso di una nazione addosso. Io ci sono andata senza alcun peso, ma con l’affetto e il supporto di tutta la mia nazione”.
Sofia Goggia, il messaggio che gela i fan. Tra i maschi invece impazza la polemica
Il terzo giorno di gare per lo sci alpino ha consegnato un’altra prestazione modesta degli azzurri della velocità. Nel superg vinto dall’austriaco Mayer, terzo oro in tre Olimpiadi diverse, Matteo Marsaglia diciottesimo e Dominik Paris ventunesimo mentre Christof Innerhofer è uscito.
Ma impazza la polemica sulle scelte dello staff azzurro che avrebbe chiesto a Matteo Marsaglia di lasciare il posto a Mattia Casse fingendo problemi fisici. Marsaglia ha confermati alla Rai tutto quello che aveva già detto lunedì. “Non c’era motivo che inventassi qualcosa, perché avevo appena fatto la mia gara in discesa ed ero comunque contento. Mi sembra una cosa vergognosa e che va contro tutti i valori che lo sport mi ha insegnato in questi anni e che spero che insegni a tanti ragazzi”.
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E anche Casse è tornato sull’argomento via social: “Matteo non è solo un compagno di squadra, ma è un caro amico: è a Pechino per gareggiare ed ha il sacrosanto diritto di sfruttare la sua convocazione. Sono arrivato in Cina sperando di riuscire a recuperare una quota. Confidavo nell’annullamento delle gare di Dubai, Kolasin e Malbun che, non è un segreto, sono state organizzate per perseguire scopi diversi da quello sportivo. Mi auguro davvero che questa ingiustizia non si ripeterà, per rispetto degli atleti e dello sport”.