Federica Pellegrini pazza per gli azzurri, a Pechino diventa tifosa. L’ex campionessa azzurra è perfettamente calata nel ruolo
Cinque medaglie in tre giorni di gare a Pechino 2022 sono un bottino ottimo per la spedizione azzurra. Peccato solo che in Cina come era stato a Tokyo 2020 non possano esserci tifosi e nemmeno famiglie a seguire gli atleti italiani in gara.
Ma oggi, prima sulle piste di sci e poi nel palazzetto che ospita lo short track c’era una tifosa d’eccezione. Federica Pellegrini sta cercando di non perdersi nemmeno un momento di queste Olimpiadi. In attesa che Giovanni Malagò esca dal suo isolamento post Covid, ci sta pensando lei che di fatto ne fa le veci.
Così questa mattina era sulle tribune della discesa maschile e del gigante femminile. E quando Federica Brignone ha tagliato per pria il traguardo, battuta poi solo da Sara Hector, ha tirato fuori il tricolore sventolandolo. Poii ha ripreso la macchina, è tornata a Pechino ed è riuscita ad assistere alla finale dei 500 vinta da Arianna Fontana.
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Federica Pellegrini pazza per gli azzurri, la sua emozione per le prime Olimpiadi da dirigente
Nelle ultime ore Federica Pellegrini ha fatto il punto con le prime impressioni sulla sua nuova avventura olimpica. “Emozionante perchè dietro gli stand di Pechino 2022 ci sono ancora le bandiere di Pechino 2008, hanno lasciato l’impianto come era e al posto della vasca vuota c’è la pista del curling. Per me è stato come tornare indietro nel tempo”.
Con la differenza che 14 anni fa non c’erano tutte queste regole dettate dalla pandemia: “C’è molta restrizione, noi possiamo stare esclusivamente all’interno del nostro albergo e se ci muoviamo dobbiamo farlo solo in auto, anche solo per attraversare la strada. Mi sembrano regole ferree, ma sono sicura che sono assolutamente corrette per poter disputare queste Olimpiadi in modo più tranquillo possibile”.
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E la cerimonia vissuta dalla tribuna? “Anche se ero tutta coperta perchè faceva freddo, tante persone mi hanno riconosciuto, per me é stata una cosa istintiva salutare. Il tricolore è sempre molto importante, avendolo portato a mia volta so che emozione stavano provando in quel momento loro. E poi salutare la delegazione italiana da una prospettiva diversa è stato davvero molto bello”.