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In una settimana molto particolare che registra anche il cambio sulla panchina della Sampdoria, c’è anche chi rifiuta un contratto in Serie A
Ha risolto il contratto con l’Hertha Berlino che gli garantiva un ottimo stipendio fino a giugno. È arrivato a Genova, ha conosciuto i nuovi dirigenti rossoblu. Quindi ha declinato.
Sono gli incredibili sviluppi che riguardano il tecnico tedesco di origine italiana Bruno Labbadia, l’allenatore che da diverse settimane veniva indicato come il possibile protagonista di un nuovo corso del Genoa sotto la nuova proprietà del fondo americano 777 Partners.
Labbadia doveva essere, indipendentemente dalla conclusione di questa stagione, che purtroppo volge al peggio, il futuro della squadra rossoblù nelle intenzioni del nuovo direttore generale del club Johannes Spors.
Ma le cose hanno preso una piega del tutto in attesa soprattutto dopo che la nuova proprietà ha investito in pochi giorni la bellezza di 11 milioni di euro tra acquisti e prestiti onerosi per rimpolpare una rosa che nel corso del girone di andata si era dimostrata assolutamente non competitiva per il massimo campionato.
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Labbadia, i cui colloqui con il Genoa risalgono ad alcuni giorni fa, non avrebbe rifiutato per problemi di carattere contrattuale. L’accordo anzi sarebbe già stato trovato da tempo. Ma per alcune incomprensioni proprio sul fronte del mercato. Una delle sue condizioni, per esempio, riguardava il ritorno in rossoblù dell’attaccante polacco Piatek, che proprio lui aveva voluto all’Hertha e che invece, nel frattempo, ha firmato con la Fiorentina.
Evidentemente le garanzie fornite dalla società non sono state sufficienti per il tecnico, che ha preferito restare senza contratto piuttosto che assumere l’incarico di allenatore del Genoa. La cui situazione resta drammatica.
La società al momento ha due tecnici sotto contratto. Ballardini, esonerato a novembre per fare spazio a Shevchenko, e Maran, sotto contratto ancora fino a giugno. Ammesso che i due allenatori decidano di accettare l’offerta e non preferiscano risolvere l’accordo in essere.
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