Formula 1, minacce di morte ad un pilota: “Ho le spalle larghe”. Il finale di stagione ha lasciato ancora tanti strascichi pesanti
Ormai sono passati dieci giorni e tutte le emozioni che ha lasciato il GP di Abu Dhabi poco alla volta si stanno smaltendo. Ma il finale di stagione, così pazzesco e così discusso, sta lasciando ancora strascichi pesanti anche in quei piloti che sono stati coinvolti di striscio nella lotta tra Verstappen e Hamilton.
Uno in particolare, che anche se involontariamente ha deciso la lotta per il Mondiale. Perché senza l’incidente alla Williams di Nicholas Latifi che ha fatto entrare la Safety Car e dato vita a quell’ultimo giro, Lewis Hamilton sarebbe diventato campione. Un errore di guida, come può capitare, ma da allora il pilota canadese sta vivendo nell’incubo.
Nelle ultime ore infatti con un lungo post via social, Latifi ha spiegato che da quel giorno sta vivendo un incubo. Dopo la gara gli sono arrivati moltissimi messaggi da parte dei tifosi e la grande maggioranza era di incoraggiamento, di complimenti per come aveva guidato in stagione. Poi però ci sono stati i soliti haters che hanno scatenato la loro rabbia.
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“Ho cercato di capire quale fosse il modo migliore per gestire la cosa. Ignoro e vado avanti? O affronto il problema più grande – scrive Latifi – che è tristemente una realtà quando si usano i social media? Usare i social per attaccare qualcuno con messaggi di odio, abuso e minacce di violenza è scioccante”.
Il canadese dice di aver pensato che sarebbe stato meglio uscire da Instagram e Twitter per qualche giorno, ma alla fine è rimasto anche se gli ha fatto male. “Questi messaggi non sono stati una sorpresa per me, ma mi ha scioccato il tono estremo dell’odio, degli abusi e persino delle minacce di morte che ho ricevuto“.
E adesso ha solo voglia di reagire: “Ho le spalle larghe, ma molti dei commenti che ho ricevuto la scorsa settimana hanno superato il limite. Mi preoccupa come qualcun altro potrebbe reagire se ricevesse questo tipo di abusi. Mi rendo conto che è improbabile che io convinca coloro che hanno agito in questo modo nei miei confronti a cambiare i loro modi ma è giusto denunciare questo tipo di comportamento e non rimanere in silenzio”.
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