Verstappen, possibile penalità in Arabia Saudita: c’è l’annuncio. La Red Bull sta valutando l’utilizzo di una nuova power unit
La battaglia tra Lewis Hamilton e Max Verstappen è pronta a ricominciare in questo fine settimana. I due contendenti per il titolo mondiale in Formula 1 si ritroveranno di fronte sul nuovo circuito cittadino di Jeddah. In Arabia Saudita è previsto un clima caldo (intorno a 30° la temperatura dell’aria) e nessuna possibilità di pioggia. Il modo migliore per sfruttare l’asfalto appena completato in tempi record per il Gran Premio. Sulla carta in molti danno favorito il pilota della Mercedes, considerando la possibilità di sfruttare la portentosa power unit vista in Brasile. A Brackley si sono studiati bene le mosse per questo finale di stagione e in Qatar hanno optato per un motore vecchio, in modo da conservare il top della potenza in vista degli ultimi due appuntamenti. Dal canto suo la Red Bull ha già schierato in griglia le 4 unità Honda previste dal regolamento per l’intera stagione e ora deve valutare se utilizzarne una quinta, andando incontro alla penalità.
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Verstappen, possibile penalità in Arabia Saudita: Helmut Marko la esclude
Pochi giorni fa il consulente della Red Bull, Helmut Marko, aveva escluso il cambio di motore in questo finale di stagione, cercando di sfruttare la rotazione di quelli già montati sulla RB16B. Ora però, l’ex pilota austriaco è apparso più possibilista, facendo altresì riferimento ad Abu Dhabi. A F1-Insider ha dichiarato: “Un cambio di motore non è previsto in Arabia Saudita al momento. Se avverrà, sarà ad Abu Dhabi“. Queste parole fanno seguito al consiglio proveniente dal Giappone, dove il d.t. del reparto motorsport della Honda, Toyoharu Tanabe, aveva spronato la Red Bull a fare quell’ultimo passo decisivo per la conquista del titolo. I giapponesi avrebbero infatti consigliato alla casa di Milton Keynes di cambiare la power unit, soprattutto considerando i rischi per l’affidabilità. In Arabia Saudita il motore di Max Verstappen avrà prima del via già un ‘fardello’ di 2mila chilometri percorsi. Un gap prestazionale di cui Hamilton potrebbe giovarsi, specie considerando i lunghi rettilinei del tracciato mediorientale.