Juventus, segnali inquietanti dalla Procura di Torino: “La giustizia sportiva può agire”. Si aggrava la posizione del club bianconero
La Procura di Torino va avanti. La cosiddetta ‘inchiesta Prisma’, avviata dai magistrati torinesi in merito a presunti illeciti di carattere economico e finanziario commessi dai dirigenti della Juventus e non solo, procede a ritmo serrato. Dall’interno del Palazzo di giustizia del capoluogo piemontese filtra l’indiscrezione secondo cui l’avviso di chiusura delle indagini sarebbe imminente e solo in quel momento i pubblici ministeri titolari dell’inchiesta potranno rendere pubbliche le carte di cui dispongono che, si vocifera nei corridoi della procura, siano addirittura esplosive.
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Gli elementi di maggior rilievo in possesso dei magistrati torinesi sarebbero una quantità indefinita di intercettazioni telefoniche e ambientali, ad oggi ancora secretate, in grado di rendere inattaccabile l’inchiesta e le relative richieste di rinvio a giudizio. Tremano dunque i vertici della Juventus, a partire dal presidente Andrea Agnelli fino al vice Pavel Nedved e all’ex direttore sportivo Fabio Paratici. Plusvalenze gonfiate, falso in bilancio e operazioni in nero: queste, ma non solo, sarebbero alcune ipotesi di reato formulate dalla Procura di Torino. Ma la novità delle ultime ore è che altri club di Serie A sarebbero coinvolti nell’inchiesta, con quale grado e a che titolo è ancora da verificare.
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Da quel poco che i magistrati torinesi lasciano filtrare, sembra infatti che le indagini abbiano portato a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora. La Juventus non sarebbe dunque l’unica società del massimo campionato finita nel mirino dei pubblici ministeri. Una frase, attribuita a uno dei sostituti titolari dell’inchiesta Prisma, lascia intravedere uno scenario a dir poco inquietante: “Non si tratta di un club solamente, è lintero sistema ad essere gravemente malato“. Sul calcio italiano sta per abbattersi un nuovo tsunami, forse.
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