A distanza di 22 anni dall’ultima vittoria italiana, Sonny Colbrelli riporta l’inno di Mameli nella premiazione della leggendaria Parigi Roubaix conquisando la sua prima classica in carriera
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Una impresa straordinaria, d’altri tempi: al termine di una vera e propria battaglia tra fango e pavet, Sonny Colbrelli conquista la vittoria della Parigi Roubaix arrivando al velodromo per la parata d’onore in solitudine dopo tantissima pioggia e una fatica immane.
Roubaix, il morso del Cobra
Reduce da un Mondiale che lo ha visto chiudere primo degli italiani, ma solo decimo, Colbrelli è arrivato alla grande classica con l’intenzione di compiere qualcosa di grande. Il bresciano lotta fin dai primi chilometri ribadendo colpo su colpo a tutti i migliori tra i quali Van der Poel, anche lui alla ricerca di una grande vittoria dopo la sconfitta del mondiale.
Piove, fa freddo e sulle piste semi battute di un tracciato micidiale costellato di pavet c’è un gran fango. Tuttavia il primo a lasciare il gruppo è Matteo Trentin, caduto malamente al mondiale e motivatissimo. L’azzurro viene riacciuffato poco dopo. Una seconda fuga è quella che coinvolge anche Moscon e Ballerini che tirano per quasi 200 chilometri prima che il gruppo si ricomponga.
Tanto fango, tantissime cadute. Sagan finisce a terra, Van Aert resta indietro e Colbrelli, soprannominato “il Cobra” annusa l’impresa.
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Colbrelli wins Paris-Roubaix classic https://t.co/zeuU2buBZF pic.twitter.com/cH5XF3Yv6I
— Andy Vermaut (@AndyVermaut) October 3, 2021
Volata straordinaria
Gioca di scaltrezza e di strategia Colbrelli che si attacca alla coda di Van der Poel marcandolo stretto e senza concedergli un metro aspettando il momento giusto per attaccare. Non è molto fortunato: fora, rimane in ritardo, è costretto a rimontare prendendosi anche parecchi rischi rincorrendo un gruppo che va fortissimo. All’ingresso nel velodromo di Roubaix Colbrelli concretizza una gara di sacrificio, di sofferenza e di attesa: rimangono in tre, insieme all’azzurro ci sono Van der Poel e Vermeersch che scatta per primo. La gestione di una volata durissima dopo tanta fatica, sei ore e 258 km., è perfetta da parte di Colbrelli che passa e vince di mezza ruota su Van der Poel per poi crollare a terra in un piano dirotto di gioia e di liberazione. É la prima classica per lui. Ed è la prima Roubaix per un italiano dal 1999, vittoria di Tafi.
L’Inferno del Nord è un paradiso azzurro; San Pietro è il bresciano Colbrelli.