In una stagione d’oro in cui l’Italia ha vinto tutto, il ciclismo maschile non ha centrato l’obiettivo del mondiale in una gara difficile e sfortunata, e Davide Cassani risponde
Lungo sfogo sui social da parte di Davide Cassani, ormai ex CT della Nazionale di ciclismo maschile, dopo il mondiale nelle Fiandre, piccola grande delusione per una spedizione italiana che comunque è stata di successo.
Il mondiale di ciclismo su strada ha comunque garantito lo splendido oro di Ganna nella crono maschile e quello di Elisa Balsamo nella prova su strada femminile. La gara maschile di domenica che chiudeva la rassegna, durissima, e vinta da Julien Alaphilippe che ha vinto il secondo titolo iridato consecutivo è stata davvero molto sfortunata.
Le forature di Ulissi e Moscon, ma soprattutto le rovinose cadute di Ballerini e Trentin, costretti al ritiro dopo avere tentato un recupero impossibile nonostante contusioni e ferite. Nel finale a ritmo elevatissimo sono rimasti solo Colbrelli, decimo, e Nizzolo.
Ma le critiche on line sulla prestazione degli azzurri sono stati pesantissimi. E Davide Cassani ha risposto.
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Cassani è dimissionario, il suo ruolo di CT è giunto al termine dopo anni senza titoli mondiali nel mondiale in linea ma con altri successi. Le sue parole sui suoi account sono molto chiare:
“Un CT è felice quando si vince, un CT è arrabbiato quando si perde con sfortuna, un CT è deluso quando non c’è gioco di squadra e un CT è orgoglioso quando i suoi ragazzi ci mettono l’anima aiutandosi a vicenda. Io, domenica, sono stato orgoglioso dei miei ragazzi. Oggi il mondo va così: se vinci sei un fenomeno, se perdi sei una nullità. Quando vinci servirebbe un treno con 100 vagoni per far salire tutti; amici veri, tifosi sinceri ipocriti e ruffiani. Se perdi sei un cretino, un brocco, un fallito. Sono stato corridore e sono stato CT. Ho corso 9 mondiali e ne ho diretti 8. So cosa vuol dire vincere, perdere, cadere e soffrire, imprecare ed esultare”.
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“Quando offendete me perché non abbiamo vinto un mondiale in linea, non vi rendete conto che state offendendo loro, i nostri azzurri, la loro generosità, il loro coraggio il loro spirito di sacrificio. I nostri corridori hanno sempre cercato in tutte le maniere di conquistare la vittoria ma se non ci siamo mai riusciti è perché abbiamo trovato sulla nostra strada qualcuno che quel giorno è andato più forte. Si sono sempre battuti con orgoglio e onore. Hanno sempre dato l’anima, hanno sempre pensato alla squadra, hanno sempre onorato la maglia che indossavano ed è per questo che io li ringrazierò, sempre. Perché nella vittoria e nella sconfitta sono sempre stati uomini. Io ho diretto dei Leoni. Leoni veri, non da tastiera”.
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