Sono riuscite a imbarcarsi in modo e saranno accolte dall’Australia cui chiederanno asilo politico, finisce in modo rocambolesco ma nel modo migliore la fuga delle calciatrici dall’Aghanistan
I talebani le consideravano nemiche del popolo. Non solo per la loro ostinazione di continuare a esercitare il gioco del calcio nonostante le leggi coraniche vietino alle donne molte attività sportive. Ma anche perché alcune di loro erano considerate “reazionarie” perché testimoni del movimento liberale femminile del paese. Ora sono in salvo.
Sono riuscite a decollare con un aereo umanitario messo a disposizione dal governo australiano e al momento sono in volo per Melbourne, dove chiederanno asilo politico. Si tratta delle calciatrici della nazionale afghana di calcio che da alcuni giorni stavano cercando di scappare dall’Afghanistan dove gli scontri tra i talebani, che hanno preso il controllo del paese, e gli universitari che si ribellano al controllo degli estremisti islamici si sono fatti sempre più duri.
A Kabul gli ultimi giorni sono stati molto difficili tra scontri e rappresaglie. Si parla di non meno di una ventina di morti e di diverse centinaia di feriti. Decine i bambini scomparsi: le madri avrebbero cercato di affidarli ai soldati stranieri, ma di molti non c’è più traccia dentro e fuori l’aeroporto di Kabul.
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I voli in partenza dalla capitale sono pochissimi, quasi esclusivamente militari. Alcuni sono riusciti in qualche modo a caricare nelle proprie stive decine di profughi, pronti a tutto pur di scappare. Tra questi una ventina di giocatrici della nazionale di calcio dell’Afghanistan. La loro vita era in pericolo, in quanto atlete ma anche perché attiviste di un movimento liberale femminile che i talebani considerano alla pari di un tradimento religioso e politico. Nel loro paese avrebbero rischiato l’esecuzione: ora sono in viaggio verso l’Australia insieme a numerose atlete di altre discipline sportive.
Difficile avere informazioni chiare e precise, ma la Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, parla di una cinquantina di atleti che chiederanno asilo politico in Australia, la metà di loro sono le ragazze della nazionale afghana.
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