Fabio Aru, decisione clamorosa prima della Vuelta: tifosi senza parole. Il campione sardo è andato all’attacco per l’ultima volta
Poteva essere l’occasione del suo rilancio, si è preparato a lungo per affrontarla ma in realtà Fabio Aru ha scelto la Vuelta a España per un altro motivo. Sabato 14 agosto il campione sardo sarà al via dell’ultimo Grande Giro 2021 da Burgos e poi, comunque vada a finire, appenderà la bici al chiodo.
Una notizia clamorosa e inattesa, almeno adesso, che ha comunicato direttamente lui con un lungo post pochi minuti fa: “Arrivare a questa decisione non è stato facile, ma è qualcosa a cui ho pensato molto e ne discusso con la mia famiglia per qualche tempo. Ho corso in bici per 16 anni e per più di un decennio sono stato professionista, ma è giunto il momento di dare priorità ad altre cose nella mia vita, in particolare alla mia famiglia”.
Un post per fare sapere a tutti la Vuelta sarà la sua ultima gara da professionista. “Sono molto orgoglioso di ciò che ho fatto ma essendo un gran testardo avrei voluto fare tanto di più. Una cosa però è certa: ho dato tutto me stesso, sino all’ultima goccia di sudore e lo darò nelle prossime tre settimane”.
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Classe ’90, sardo di San Gavino Monreale (e per questo è diventato il Cavaliere dei 4 Mori dopo le sue prime vittorie da professionista). Fabio Aru è passato nel 2012 con l’Astana. Due anni di apprendistato prima di esplodere nel 2014: il successo nella 15^ tappa del Giro d’Italia (Valdengo-Plan di Montecampione) e due tappe alla Vuelta.
L’anno successivo, la svolta definitiva con due successi al Giro, nelle tappe di Cervinia e Sestriere oltre al secondo posto nella classifica finale. Poi, a settembre, il trionfo nella
Vuelta a España. Sembrava l’inizio di una carriera luminosa, ma sono anche cominciati i problemi fisici. Nel 2016 solo la terza tappa del Critérium du Dauphiné, l’anno successivo i Campionati Italiani su Strada a Ivrea e la quinta tappa al Tour de France con arrivo a La Planche des Belles Filles.
Lì ha anche indossato la maglia gialla, seppure solo per una tappa, arrivando poi quindi in classifica generale. Ma è stato anche l’ultimo squillo: nel 2018 nessun risultato brillante e a fine anni la scoperta di una costrizione dell’arteria iliaca alla gamba sinistra, con conseguente operazione.
Un lento declino fino al Tour de France 2020: si ritira nella nona tappa e Beppe Saronni, suo responsabile alla UAE Team Emirates, lo mette in croce. Aveva cominciato questa stagione con la Qhubeqa-Assos, di recente è arrivato secondo alla Vuelta a Burgos. Ma aveva già deciso di dire basta.
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