La velocista Krystsina Tsimanouskaya dalle finali dei 200 metri femminili delle Olimpiadi di Tokyo perché aveva criticato i suoi allenatori ha chiesto asilo politico in Polonia e raccoglie fondi per gli altri atleti dissidenti
Si sono definiti “gli atleti dissidenti”, protagonisti delle Olimpiadi di Tokyo che si sono appena concluse che non accettano il regime assolutista del presidente della Repubblica Lukashenko ma che non vogliono cercare riparo in altri paesi.
Olimpiadi, caos in Bielorussia
Il loro simbolo è Krystsina Tsimanouskaya, la velocista iscritta alle Olimpiadi per i 200 metri che il giorno prima delle gare era stata trasferita all’aeroporto di Haneda contro la sua volontà per essere rimpatriata. La Tsimanouskaya aveva espresso critiche nei confronti dei tecnici e dei funzionari della sua nazionale e per questo era stata esclusa dalla squadra. Un caso, purtroppo, non isolato.
In Bielorussia sono diversi gli atleti costretti ad abbandonare l’attività agonistica per avere espresso critiche nei confronti della gestione dello sport nel proprio paese o che non avevano firmato un documento di sostegno al presidente Lukashenko, rieletto al termine di elezioni che molti ritengono truccate.
LEGGI ANCHE > Olimpiadi, scoppia un caso umanitario: un’atleta sequestrata, si indaga
Un caso umano e sportivo
Da ieri una delle medaglie più prestigiose tra quelle vinte da Krystsina Tsimanouskaya è all’asta on line. Si tratta dell’argento vinto con la staffetta agli Europei del 2019, una medaglia vinta proprio in Bielorussia, a Minsk. I soldi della vendita serviranno a sostenere la Fondazione bielorussa per la solidarietà. Un ente non governativo che sostiene gli atleti incarcerati o messi da parte per le loro opinioni politiche.
Krystsina Tsimanouskaya spera che questo gesto cambi definitivamente un clima ormai compromesso che impedisce a molti atleti bielorussi di tornare a fare sport. Nel frattempo Tsimanouskaya ha chiesto asilo politico in Polonia. Il CIO ha sospeso due allenatori che l’avrebbero esclusa dalla nazionale e portata contro la sua volontà in aeroporto.