Sono tanti i tifosi, alcuni dei quali soci del club blaugrana, pronti a portare il Barcellona in tribunale dopo la cessione di Leo Messi
Potrebbe addirittura finire in tribunale il braccio di ferra tra il Barcellona e i tifosi che stanno manifestando in ogni modo la loro contrarietà alla partenza di Leo Messi.
Le prime proteste erano state social, molto vivaci. Ma allo stadio, in occasione della vittoria per 3-0 sulla Juventus nell’amichevole per il Trofeo Gamper, ci sono stati diversi cori contro la società e inneggianti al giocatore. Messi, in lacrime, aveva celebrato poche ore prima la sua ultima conferenza stampa con il Barcellona dicendo che non avrebbe mai voluto andarsene. Ma di fatto c’era una proposta economica del PSG superiore a quella di un possibile rinnovo con il Barcellona.
I dirigenti del Barcellona e in particolare il presidente Laporta si sono difesi: “Non si tratta di una cessione – ha dichiarato il presidente del clube blaugrana – ma di un mancato rinnovo contrattuale. Le condizioni che Leo aveva altrove erano di gran lunga migliori di quelle che gli avremmo offerto qui. E ha scelto quelle. Il club non può permettersi di vivere in ostaggio di altri debiti insostenibili”.
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Il Barcellona è un club particolare, una grande polisportiva, che incassa moltissimi soldi dalle quote sociali dei suoi iscritti e da tutte le attività collaterali della società. Che nel caso del Barcellona sono centinaia. Le quote più popolari per quest’anno vanno dai 95€ ai 185€: ci sono poi le quote dei soci investitori e benemeriti. Ogni socio ha diritto di voto quando ci sono le presidenziali del club: e può dire la sua.
In questo momento la fanbase del clube è spaccata: da una parte chi sostiene che Messi doveva essere il patrimonio del club anche per il futuro, dall’altra chi ritiene giusta la decisione del management. Ma la parte dei contestatori si è organizzata. Una raccolta di firme per chiedere la rimozione di Joan Laporta, eletto il 7 marzo scorso alla guida del club con oltre 30mila voti. Un secondo mandato dopo quello tra il 2003 e il 2010.
La seconda iniziativa è anche più clamorosa: portare il club in tribunale perché non avrebbe rispettato il mandato della maggioranza dei soci.
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