Calcio

UEFA, un coro di proteste da tutta l’Europa: “Fermate il PSG”

La ricchissima campagna trasferimento del Paris Saint Germain diventa motivo di protesta di diversi altri club, tra i quali il Barcellona, che chiedono il rispetto del fair play finanziario

Il quartier generale della UEFA a Nyon (Foto UEFA)

C’era una volta il fair play finanziario. Che a quanto pare conta per molti club, ma non tutti. Ed è proprio questo che ha scatenato una protesta ufficiale da parte di club e tifosi nei confronti della UEFA.

Le proteste nei confronti della UEFA

Un’onda di insoddisfazione che arriva da lontano, e che riporta alla vicenda della Superlega europei che pesa ancora con una potenziale sanzione su Juventus, Barcellona e Real Madrid dalla quale il Paris Saint Germain si è tenuto prudenzialmente lontano.

Determinati atteggiamenti sembrano essere più chiari oggi con il senno di poi e hanno molto di politico: il PSG che rifiuta la Superlega ma non rispetta in alcun modo il fair play finanziario, il Barcellona che lascia partire Messi subendo le proteste di soci e tifosi quasi a voler dimostrare di non essere in grado di reggere il ritmo di investimenti di avversari come Manchester City e PSG cui tutto sembra concesso.

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Gli investimenti del PSG

Le proteste scatenate dalla Superlega che hanno portato in piazza migliaia di persone non sono molto lontane. E la UEFA aveva garantito regole più eque e nuove forme di sovvenzionamento per i club messi in ginocchio dalla pandemia.

Molte le proteste che si sono alzate da tutta Europa e in modo particolare da Barcellona: dove il club ha ceduto Messi proprio perché lo stipendio del giocatore non sarebbe mai rientrato nei parametri del fair play finanziario nemmeno se dimezzato. Alla UEFA è arrivato anche un documento anticipato da un noto studio legale catalano, quello di Juan Branco che ha spulciato tutti i conti della squadra parigina dimostrando che i conti del PSG sono molto peggiori di quelli del Barcellona. Un indebitamento superiore; un rapporto salari-introiti del 99%. Quello del Barça prima della partenza di Messi era del 55%.

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Tamim bin Hamad Al Thani, emiro del Qatar e proprietario del PSG (Getty Images)

Le regole del fair play

Dopo un mezzo miliardo abbondante sborsato per gli arrivi di Mbappé e Neymar il PSG quest’anno ha investito almeno altrettanto per portare in squadra Hakimi, Wijnaldum, Donnarumma, Sergio Ramos e Lionel Messi. Alcuni acquisti sono a parametro zero ma hanno alzato alle stelle il tetto degli stipendi. In questo momento il PSG è la squadra più costosa in assoluto in termini di stipendi.

Ironia della sorte. Dopo le dimissioni di Andrea Agnelli dalla ECA, associazione che riunisce i club europei, il nuovo presidente avvallato dalla UEFA è Al Thani, l’emiro proprietario del PSG.

Mauro Marchina

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